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Io sono Nino e Basta! (2010)

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2010 - Bonfirraro Editore



Foto Sigismondo Novello (Fotoreporter)













Obiettivo Affari & Notizie n. 388 del 10 Luglio 2010 - Anno XXII












Periodico La Penna (Enna) n. 1 - Maggio 2010




  Periodico Il Giornale di Leonforte n. 1 -2010 - Articolo di Melo Pontorno








Su Live Sicilia Palermo

Foto Presentazione...
Ph Sigismondo Novello (Fotoreporter)




















Scheda al libro:

Chi si accinge a leggere questo libro si troverà inevitabilmente travolto in un vortice di passione politica oggi non più esistente. Il lettore difficilmente interromperà la lettura del libro, ma lo leggera tutto d’un fiato. Il protagonista del libro è l’onorevole Nino Buttafuoco di cui Maurizio Di Fazio racconta in modo semplice e chiaro la sua attività di politico e di uomo, dimostrando che egli fu un “grande” della politica e che fu una persona buona, giusta e sempre disponibile con tutti indipendentemente dall’appartenenza partitica. Con questo lavoro l’Autore tratta la storia politica di Nino Buttafuoco con lo scopo di farne conoscere anche la sua figura umana. L’onorevole Buttafuoco fu un uomo che accettò tutte le sfide elettorali e le vinse, ora appartiene alla storia e questo volume lo fissa nel tempo. La prefazione del libro è di Nello Musumeci, politico, intellettuale e scrittore di vaglia.


Prefazione di Enzo Trantino

Quando per fare politica si vendevano le terre… Ogni uomo ha una postura. Quando i bocconi amari vengono retrocessi a occasioni e non diventano stato d’animo, non vi sarà mai scoliosi del cuore che incrinerà la colonna: si sta dritti come destino vuole. Tra i “verticali” vi sono poi portatori di caratteri inconciliabili con la tregua. Sono in permanente attività anche nel sonno. Nino Buttafuoco apparteneva a questa fascia, a quelli dell’argento vivo. Sembrava bonario, quieto, rilassato: era l’atteggiamento del giaguaro prima del balzo, la quiete prima della tempesta. E tempesta era di trovate, aneddoti, battute, come sintesi di un vissuto generoso e molteplice. Chiunque si sarebbe arreso, cadendo in goffa confusione, rispondendo al telefono, alla richiesta del benzinaio che reclamava il saldo del conto dei tanti “pieni” di carburante, consumato durante la campagna elettorale. Nino non cadde in confusione. Alla domanda iniziale: “c’è l’onorevole”, rispose: “non c’è”; riconosciutagli la voce, il malcapitato osò dire: “ma non è lei?”, per sentirsi rispondere: “e anche se fosse, non ci sono”... Non poteva non essere di destra, Nino. Sono convinto (non ho riscontri scientifici, ma densissima casistica umana) che a destra si stava, quando il resto ti stava stretto. La famiglia allargata è definizione apparentemente recente. C’era già; erano quei pazzi meravigliosi che lasciavano gli spaghetti fumanti, se occorreva riunirsi per stare vicini a qualche “camerata” in bisogno, senza sussulti filantropici, con la naturalezza del richiamo del sangue. Tutti coetanei, perché la passione non ha età. E la storiella dell’anziano segretario di sezione morente, che chiede quale ultimo desiderio di avere la tessera comunista, per rispondere allo sbalordimento dei presenti: “meglio che muoia uno di loro, che uno dei nostri”, storiella non è. È istintiva filosofia dell’appartenenza. Nino “fionda” in pugno, sbaragliava, per entità di consenso, le “truppe corazzate” avversarie, perché la preferenza era pagella popolare. La politica era intensissima passione, tanto da vendere le terre di contrada Voltarutta di Leonforte perché la famiglia Buttafuoco assecondasse l’impresa del candidato, figlio e fratello. Si sceglieva gli amici stretti, che poi diventavano personaggi (non dimenticherò, tra i tanti, don Angelino Lo Gioco, sacerdote intelligente e brillante, nominato da Nino “cappellano peccatore”); si sceglieva le battaglie: pensate all’ordinanza n. 23 del 20 agosto 1986 (!), quando il sindaco-podestà di Nissoria, Nino Buttafuoco, dispose la “sospensione immediata di ogni attività” alla ditta Nissometal (lavorazione di metalli non ferrosi), “per eliminare ogni e qualsiasi minaccia alla pubblica salute”. Altro che “ambientalisti”! Era comodo e… conveniente... mettersi d’accordo. Ma che destra sarebbe stata una intesa intrallazista? Perciò Nino era “l’onorevole dei poveri”, perché era ricco dentro. La politica restava, secondo sua definizione “officina meccanica dove bisogna aggiustare tutto quello che non va”. Così, compiendo doveri con pudore, con istintivo orgoglio ricordava quale bilancio: “non ho dedicato 50 anni della mia vita alla politica, ma la politica ha dedicato a me 50 anni bellissimi”. Parlava con la politica come creatura vivente, e non come plastica per costruire zombi. E se umanità era, come doveva essere, non poteva non conoscere i paradossi del vivere. “Quello che conta è non pensare a chi è più fortunato” era la sua permanente dichiarazione d’intenti. E se gli si chiedeva l’episodio più divertente della sua lunga vita politica, ricordava, ridendo con le lagrime, l’infortunio, senza colpa, di Diano Brocchi, un sindacalista del “continente” alto più di una pertica, il quale, parlando in comizio, sotto il balcone della nonna di Nino, quasi a livello dello stesso, vide passare il Santissimo (era il Corpus Domini). Interruppe subito e salutò, irrigidendosi, romanamente, col braccio disteso, a palma aperta. La nonna di Nino, non udendo più la voce dell’oratore e scorgendo una mano alzata, pensò alla necessità di irrorare le corde vocali, e, correndo in cucina, predispose un bicchiere d’acqua, e abbassandosi tra le griglie del balcone, lo depose nella mano aperta di Brocchi, che visse tra rossore e disagio quel terribile istante di statua… fascista col bicchiere in mano… Autenticità nella costanza identitaria, al punto che non ha esitato, conoscendo già il provincialismo del gesto, di regalare alla presidente dell’Assemblea di Strasburgo, a Simone Weil, nientemeno che la fiancata di un carretto siciliano… “Avrà difficoltà a dimenticare la Sicilia”… Amava molto citarmi come fideiussore per avergli detto che stava europeizzando Nissoria; la verità è opposta. L’ironia nascosta, se svelata, significava che stava... nissorizzando l’Europa. Ed era detto a suo onore. “Chiù dugno, chiù sugnu”, “più dono più sono”: era la colonna sonora della sua vita, che il libro ricorda con la tenerezza  estranea ai riti della politica. In questo contesto di leggerezza bucolica (perchè così piaceva a Nino) si inserisce quella figura d’aria di “Gesù”, un pastore locale dal nome impegnativo. Una icona campestre: barba bionda, fluente, i baffi alla nazzarena e gli occhi di una purezza cristallina, introdotto nella scena agreste dal conte Alfonso, quasi un tratto dei racconti di Lampedusa… Mi sono lasciato prendere la mano: è tempo di concludere. Ho accettato subito l’invito per la presente “prefazione”, per avere ancora l’occasione di parlare di Nino, con Nino: come ai vecchi tempi. Ti ho lasciato, Spitfire, a Leonforte, il giorno in cui tu hai lasciato tutti, irridendo alla morte, con quel sorriso sfumato che accompagnava la tua rigidità. Fuori dal “santino” che ricorda ogni morto, tu resti l’amico deputato siciliano con cui ho vissuto ore di intenso calore umano, senza riserve, innocente. Noi vivevamo in assoluta serietà i nostri doveri, venati di goliardia. Come due amici che si ritrovavano in un palazzo importante, dove si fabbricano le leggi, a volte restando con la testa in movimento. Ai ristorantini di Trastevere non sono più tornato; da “Gildo”, il nostro tavolo per due era una “civetteria da signori” come dicevi tu, aggiungendo “e siccome io non lo sono, tu vali per due…”. Nulla di vero; il tavolo per due, gridato dall’oste appena entravamo, era uno dei tanti tavoli vuoti…. Non mancavi di dedicarmi attenzioni nate dal cuore: in occasione di una presentazione di un mio libro alla “Jonica” di Catania, che tu avevi letto prima, acquistasti venti copie, commentando: “Chissà che le persone a cui lo regalerò oltre a ricordare te, penseranno anche a me. Perché noi restiamo “Trantino e Alto Adige””Poi, facendoti serio, mi sussurrasti: “Lo rileggerò. E forse lo porterò con me. Lì avrò più tempo”… Amavi le battute, ma, nel caso, era una stoccata contro la morte. Per esorcizzarla. Perché tu eri e resti testimone di vita; perché tu hai amato le cose difficili, rendendole semplici, contro quelli dell’UCAS (“Ufficio complicazioni affari semplici”). I tuoi nemici. Ora tu entrerai nelle case dei tuoi lettori. Discreto, intelligente, sornione. Come ai vecchi tempi…

Avv. On. Enzo Trantino


Presentazione del libro: "Io sono Nino e basta!" 

Enna 16 Ottobre 2010 presso l'Hotel Palace Federico II° 

Autore: Di Fazio Maurizio 

Relatori: 
Pietrangelo Buttafuoco e On. Bartolo Sammartino. 

Coordinatore dei lavori:
Riccardo Fiscella (Presidente Provinciale Accademia Nazionale della Politica).


Pietrangelo Buttafuoco con l'Editore Bonfirraro



L'editore Bonfirraro con lo scrittore Di Fazio Maurizio



Pietrangelo Buttafuoco e Di Fazio Maurizio