Calcio la Leonfortese festeggia 50 anni di storia
Una questione di cuore. La Leonfortese
fu fondata il 16 ottobre del 1967 ma fu subito leggenda, palingenesi
bianco-verde, confine per l’eternità. Sempre vivi… Un modo di essere. Una
filosofia che ha un nome: APD LEONFORTESE.
La STAGIONE SPORTIVA 2017-2018 è una
data storica per il club leonfortese: CINQUANTA anni di attività sportiva
ininterrotta. Era l’anno 1967, esattamente il 16 ottobre, quando la
Polisportiva Leonfortese (matricola n. 26.130) si iscrive per la prima volta a
un campionato organizzato dalla Figc: da allora sempre presente segnando tante
pagine di cronaca sportiva del calcio ennese. Tantissimi sono gli avvenimenti,
i fatti e i nomi che hanno riempito la storia della Leonfortese e che sono
rimasti stampati a caratteri d’oro nel Ghota di questa squadra, che… se la
togli ai leonfortesi chissà che non provochi una rivoluzione… “Chi avrebbe mai
pensato che il sogno di un gruppo di coraggiosi pionieri sarebbe durato così a
lungo! E che quella figlia di un dio minore calcistico, che si destreggiava sui
campetti di una Leonforte in bianco e nero, sarebbe diventata negli anni semplicemente
la… LEONFORTESE!” L’A.P.D. Leonfortese ha vissuto il suo momento di apice in
tutta la sua storia, grazie alla doppia promozione (anni 2011-2012-2013)
passando dalla Promozione alla Serie D, raggiungendo per la prima volta questo
storico traguardo. Il miglior piazzamento di sempre per la squadra leonfortese
è il 7º posto ottenuto nel girone I della Serie D 2014-2015.
(Maurizio Di Fazio)
Calcio sabato prossimo
la Leonfortese festeggia 50
anni
Di fatto la Leonfortese è nata nel lontano 1966 (ma non era una società
vera e propria)
Quest’anno resterà nella memoria dei calciatori, dei dirigenti e dei
sostenitori bianco-verdi questo evento straordinario: “I festeggiamenti di
CINQUANTA anni di vita dell’Apd Leonfortese”. Per onore di cronaca, anche se
l’anno ufficiale di nascita della società è il 16.10.1967, di fatto la Polisportiva
Leonfortese fu fondata nell’estate del 1966 e aveva già disputato la prima
“Coppa Città di Leonforte” (in seguito denominato “Torneo Italia”). La storia
bianco-verde vera e propria ebbe inizio ufficialmente nel lontano 14 settembre
1967 grazie a un gruppo di pionieri che avevano
“fame” di calcio (Salvatore Rindone, Nello Sciuto, Alfio Guliti, Placido
Villari, Gaetano Crimi detto Tano, Rino Vasta, Nicolino Vitale, Saverio Greco,
Andrea Vinciprova, Paolo Salerno). Tantissimi sono gli avvenimenti, i fatti e i
nomi che hanno fatto la storia della Beneamata Leonfortese: molti sono scolpiti
nella memoria di tanti sportivi leonfortesi, di altri rimane un ricordo lontano
e sbiadito. Alcuni rappresentanti di questa grande storia purtroppo non sono
più tra di noi, ma vivono sempre nei cuori dei tifosi. La nascita del sodalizio
bianco-verde è stato un fatto culturale vero e proprio, un tassello che si
aggiunge ad altri nella ricostruzione della storia di Leonforte (Città del
Casato dei Branciforti, la vetusta Tavi). All’inizio della sua attività la
Leonfortese fu ospitata nei locali della sartoria di Alfio Guliti al numero civico
109 di Corso Umberto (oggi studio tecnico geom. Rindone). La Polisportiva
Leonfortese ebbe come prima sede ufficiale i locali in Corso Umberto 444-446,
dove da sempre svolge la propria attività, l’Autoricambi Stanzù. Curiosamente negli anni ’90 l’Autoricambi Stanzù (oggi gestita
da Filippo Stanzù) ha ospitato, sempre negli stessi locali, la sede dello
Sporting Club Leonforte, storica squadra leonfortese di volley. La seconda sede ufficiale fu ubicata al piano
terra dell’edificio del signor Nunzio Innico (C.so Umberto n. 273); alla quale
seguirono (e per molti anni) quella dell’edificio del geometra Nini Di Franco
(Corso Umberto n. 394) e poi, una dopo l’altra, le tre sedi di via Campo
Sportivo, rispettivamente ai numeri civici 6 (quest’ultima è oggi lo studio
dell’avvocato Nunzio Baja), 71 (sede-discoteca), 49 (presidenza Filippo
Ferlito). Dal 2009, con l’avvento della gestione Buono, la sede sociale è stata
trasferita nel Nuovo Campo Sportivo Comunale (Contrada Mongiafora n. 113). “Quando un
tifoso non ha più senso del suo passato sportivo si spegne… Ripercorrere il
passato costituisce il futuro”…
(Maurizio Di Fazio)
Calcio Giovanile La promessa leonfortese Emanuele
Novembre sogna il grande calcio
La promessa leonfortese Emanuele Novembre sogna il grande calcio
Per il giovane calciatore Emanuele Novembre il sogno del calcio
professionistico pare avverarsi
Il sedicenne Emanuele Novembre (ex
giocatore dell’Apd Leonfortese) di ruolo attaccante ha iniziato il suo secondo
campionato nazionale Berretti tra le fila della mitica Reggina 1914, squadra
amaranto allenata da Pietro Armenise (il campionato Beretti è un torneo
semiprofessionistico giovanile riservato alle squadre di Serie C, su copia del
campionato Primavera). Cresciuto sotto la guida tecnica di Giuseppe Germanà,
Novembre ha iniziato la sua carriera “professionistica” nel 2014. Si è
trasferito a Torino nell’ottobre del 2014 – grazie ai sacrifici economici dei
genitori – allenandosi presso il C.F.G.C. (Centro formazione giovani
calciatori) che tra i suoi tecnici vede anche l’ennese Sergio Colajanni che ha
notato il giovane atleta facendolo trasferire a Torino. Il Centro formazione
giovani calciatori è la storia di un ragazzo diventato progetto. Il ragazzo è
Vincenzo Catera, il progetto è la scuola di perfezionamento calcistico che ha già
lanciato decine di ragazzi nel calcio professionistico. Catera e il suo
staff di primissimo livello lavorano a Torino e a None, dove formano
alle esigenze del professionismo i giovani talenti provenienti da tutta Italia,
selezionati grazie a una capillare rete di coordinatori nazionali e messi
in mostra tramite raduni e amichevoli. Il C.F.G.C. si occupa dei sui giovani
tesserati a 360 gradi: le strutture recettiva sono a None, una scelta
strategica a pochi minuti da Torino, e sono attive convenzioni con le
migliori scuole statali del territorio. Emanuele Novembre è un ragazzo dalle
importanti qualità tecniche-tattiche. Mobile e scattante fa reparto da solo.
Molto forte tecnicamente ed abile nell’uno contro uno. Inarrestabile,
velocissimo, caparbio, cattivo, preciso e potente.
(Maurizio Di Fazio)
Consorzi di Bonifica,
la riforma è stata approvata
RIFORMA APPROVATA!
Sono attivi i Consorzi di Bonifica di Sicilia Orientale e Occidentale.
“Decreti attuativi approvati”
Ridotti da 11 (istituiti con L. R. n.
45/95) a 2 i Consorzi di Bonifica in Sicilia. Con Decreto Presidenziale n. 467
del 12.09.2017 sono costituiti il Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale e
il Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, di cui all’articolo 13 della legge
regionale 28 gennaio 2014, n. 5. Il Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale
accorpa i consorzi di bonifica: 1 Trapani, 2 Palermo, 3 Agrigento, 4
Caltanissetta, 5 Gela e i loro rispettivi comprensori. Il Consorzio di Bonifica
Sicilia Orientale accorpa i consorzi di bonifica: 6 ENNA (fornisce acqua idrica
e irrigua a 5 mila utenti), 7 Caltagirone, 8 Ragusa, 9 Catania (ricordiamo che
il Consorzio n. 9 di Catania è il più grande d’Italia. Su 60 mila ettari di
campagna fornisce acqua a 20 mila utenti), 10 Siracusa, 11 Messina. L’articolo
prevede, inoltre, la salvaguardia dei livelli occupazionali (personale a tempo
determinato e a tempo indeterminato). Gli effetti della costituzione dei nuovi
consorzi si determinano dalla data di adozione dello Statuto. Il decreto n. 467
del 12.09.2017 – della cui esecuzione è incaricato l’Assessore Regionale
all’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della Pesca mediterranea, sarà
pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (Gurs) e
per estratto sul sito internet della Regione Siciliana ai sensi e per gli
effetti della legge regionale 12 agosto 2014, n. 21, art. 68, comma 4. Il
Commissario Straordinario in carica dei Consorzi di Bonifica della Sicilia ing.
Francesco Greco (dirigente di terza fascia dell’Amministrazione regionale) è
onerato dell’espletamento di tutti gli adempimenti conseguenti e derivati dal
presente decreto entro e non oltre il 31 dicembre 2017. Laddove la massa
passiva nei due nuovi Enti, risulta di natura ed entità tali da non poter
essere estinta con il solo gettito della contribuenza consortile, l’Assessore
competente – ai sensi della L. R. 11 agosto 2017 n. 15, articolo 8, comma 5 –
sottopone alla Giunta regionale, su proposta del Dipartimento regionale dello
sviluppo rurale e territoriale, un programma di intervento finanziario e
normativo per il relativo ripianamento. I Consorzi di Bonifica siciliani
(nacquero – siamo negli anni trenta – in tutta Italia grazie a Benito
Mussolini) sono Enti Pubblici economici a struttura associativa
(non sono dunque soggetti alle disposizioni
sul fallimento), dotati di autonomia funzionale e contabile e di potere
regolamentare, che operano in conformità delle leggi e secondo criteri di efficienza,
efficacia, trasparenza ed economicità; soggetti alla vigilanza della Regione
Siciliana. I Consorzi siciliani (oggi diventati due) sono lo strumento
attraverso il quale la Regione Siciliana, nell’ambito dei programmi per la
difesa, conservazione e tutela del suolo, per la valorizzazione del territorio,
per lo sviluppo della produzione agricola e dell’irrigazione e per la tutela
dell’ambiente, promuove ed organizza la bonifica come mezzo permanente di
difesa, conservazione, valorizzazione e tutela del suolo di utilizzazione e
tutela delle acque e salvaguardia dell’ambiente. L’obiettivo della riforma è
rilanciare i consorzi, ampliare le superfici irrigate e quindi ridurre le
tariffe a carico delle imprese agricole, e avviare un processo di riordino delle
funzioni e di migliore utilizzo della forza lavoro, anche quella stagionale. I
Consorzi di Bonifica in Sicilia rappresentano la condizione primaria e
necessaria per il mantenimento e lo sviluppo dell’agricoltura. L’agricoltura e
la più grande realtà produttiva della Sicilia.
(Maurizio Di Fazio)
Follie di fine
estate di Samuele Cau
(AUTORE DI ORIGINE
LEONFORTESE)
Follie di fine estate di Samuele Cau
(AUTORE DI ORIGINE LEONFORTESE)
“Follie di fine estate” di Samuele Cau
(nella foto) narra le vicende di Santo, figlio di emigrati italiani, che
dall’Argentina torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove intraprende un
viaggio nella storia, fino all’eccidio di Marzabotto… In fuga dal duro
regime dittatoriale argentino, Santo Bellomo fa ritorno a San Vito Lo
Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori, emigrati, avevano
lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale era alle porte.
L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza da parte di un
caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia, due personaggi
che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno in
un viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di un episodio della
Storia che li ha segnati tutti in modo incancellabile: la strage di
Marzabotto. È questa la storia raccontata da Samuele
Cau in Follie di fine estate (Bonfirraro), un romanzo
ironico e ricco di nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un
difficile fatto del passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e
forte. Come scrive Alessandro Cannavò: “I legami di amicizia che si
annodano, conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e
vernacolare, preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. L’autore fiorentino (di origine leonfortese), classe 1967, ha vissuto
in Marocco, in Spagna, nell’Estremo Oriente e in sud
America e, nel suo romanzo d’esordio, mescola le tradizioni culturali e i
ricordi popolari che ha incontrato nei suoi viaggi, mettendo in contatto tra
loro popolazioni lontane e diversissime.
(Maurizio Di Fazio)
Riforma dei Consorzi di Bonifica Siciliani, atti con
gravi incongruenze e difformità?
Riforma dei Consorzi di Bonifica
Siciliani, atti con gravi incongruenze e difformità?
Decreto Presidenziale 12 settembre 2017: “Approvazione dello schema tipo di
statuto dei Consorzi di Bonifica” (Gurs – venerdì 29 settembre 2017 – Anno 71 –
Numero 41 – parte prima) Dopo quattro anni in cui si è tenuta nei cassetti, la
riforma dei consorzi di bonifica ha subito nelle ultime settimane una
improvvisa accelerazione con atti che appaiono incongruenti ed illegittimi. Ad
evidenziarlo è una dettagliata interrogazione presentata dalla deputata
regionale di Forza Italia, Bernardette Grasso. “La riforma che si vorrebbe
attuare – afferma la parlamentare – certamente vanificherà il raggiungimento
delle finalità che hanno guidato il Legislatore nell’emanare la predetta legge
e determinerà enormi costi per la collettività. Quando, viceversa, come è nello
spirito della Legge, si sarebbe dovuto pensare ad una riforma utile ad adeguare
i servizi di bonifica e di irrigazione alle attuali esigenze dell’agricoltura”.
Appare quindi irrinunciabile effettuare una attenta riflessione sulle
legittimità ed efficacia dei predetti atti amministrativi emanati nell’ambito
della procedura di riforma in atto, in modo da permettere ai nuovi Enti di
poter nascere su basi solide, sia dal punto di vista giuridico che
organizzativo ed economico e, di conseguenza, riuscire ad assicurare servizi
efficienti e produttivi in favore dell’utenza. I Consorzi di Bonifica hanno il
compito di realizzare e gestire opere di difesa e regolazione idraulica, di
provvista e utilizzazione delle acque a prevalente uso irriguo, interventi di
salvaguardia ambientale. I Consorzi svolgono quindi un’attività polifunzionale,
mirata alla sicurezza territoriale, ambientale ed alimentare del Paese,
contribuendo in tal modo ad uno sviluppo economico sostenibile. A difendere gli
interessi dei Consorzi di Bonifica è l’Associazione nazionale ANBI
(Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque
irrigue), con personalità giuridica privata, che rappresenta e tutela gli
interessi dei Consorzi di Bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario
operanti in Italia. Questo in sintesi sono le opere realizzate e gestite dai
Consorzi siciliani: superficie territoriale Regione Siciliana Ha. 2.570.723,
Superficie Consorziata Ha. 2.374.474 (% 92,36).
P. S.
Il testo completo della Legge di riforma: OGGETTO: Riforma dei Consorzi di
Bonifica Siciliani
Con l’art. 13 della L.R 28/01/2014, n. 5
il Legislatore Regionale ha previsto la riforma
dei Consorzi di Bonifica Siciliani attraverso l’istituzione di due soli
Consorzi (Occidentale ed Orientale) per l’interno territorio regionale,
demandando alla Giunta Regionale l’approvazione dello Statuto e del Regolamento
di organizzazione dei due istituendi Consorzi, da predisporre a cura
dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, atti che dovevano essere adottati
entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. Con deliberazione della
Giunta Reg.le n° 325 dell’08/08/2017 è stato approvato lo schema tipo di
Statuto e con deliberazione n° 326 dell’08/08/2017 e n° 385 del 12/09/2017 è
stato approvato lo schema tipo di Regolamento. Quindi con D.P Reg. n. 467 del
12/09/2017 è stato approvato lo schema tipo di Statuto e sono stati costituiti
i Consorzi di Bonifica Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale e con successivo
D.P. Reg. n. 468 del 13/09/2017 è stato approvato lo schema tipo di
Regolamento. Ad un primo esame i predetti atti regolamentari, sembrerebbero
evidenziare gravi incongruenze e difformità:
1. Difformità nella strutturazione
organizzativa dei due Consorzi
Per il Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale sono state previste n°8 aree,
mentre per quello Occidentale solo 6. Tale difformità tra i due Enti genererà
disparità di trattamento e non se ne comprendono le motivazioni, in quanto le
attività consortili da sempre espletate sono le medesime in tutti i Consorzi.
Ciò potrebbe ingenerare la nascita di contenziosi da parte dal personale, con
inevitabili danni per la P.A.
2. Le procedure di individuazione delle
figure apicali (direttore generale, dirigenti, capi settore etc.) per
l’organizzazione gerarchica dei suddetti nuovi Enti, sono in palese ed evidente
contrasto con i Piani di Organizzazione Variabili di tutti i Consorzi
accorpati, a suo tempo regolarmente approvati dalla Giunta di Governo, facendo
riferimento solo ai vigenti Contratti di lavoro. E’ noto, difatti, che la
posizione gerarchica è data dalla qualifica e, a parità di questa, dalla
anzianità di servizio nella stessa. L’assenza di tale previsione creerà
ulteriori disparità, in quanto si vorrebbe non tener conto del diritto di
anzianità nella mansione ormai acquisito da ciascun lavoratore presso gli Enti
accorpati, con conseguenti contenziosi e danni per l’Amministrazione. E infatti
non a caso l’art. 8 della L.R. n° 16 del 11/08/2017 ha previsto, al comma 6,
che per l’attuazione dell’accorpamento dei Consorzi non trovano applicazione le
disposizioni di cui all’art. 24 della L.R. 45/95 che, invece, ben disciplinava
le procedure di individuazione delle figure apicali stabilendo che per la
nomina del direttore e di tutte le altre figure apicali si doveva procedere
considerando il diritto di anzianità e la posizione giuridica. Da mesi, stante
al gossip che di solito precede le nomine, si “fantastica” sui possibili
papabili alla nomina di direttore generale dei due nuovi Enti e, tra questi, si
vocifera la possibilità che vengano nominati Direttori, funzionari già in
servizio, i quali pare posseggano titoli ed anzianità inferiori rispetto ad
altri. Se così fosse, si vorrebbero capire i criteri che stanno alla base di
tali nomine.
3. Il decreto di istituzione dei nuovi
Enti (D.P. Reg. n° 467 del 12/09/2017) ha stabilito che i componenti del
consiglio d’amministrazione ammontino al n° 9. Tale previsione statuaria
risulta illegittima in quanto non tiene conto della norma vigente e cioè
dell’art. 13 della L.R. 45/95 che, così come modificato dall’art. 33, comma 2,
della L.R. n° 2 dell’08/02/2007, prevede che “il Consiglio di Amministrazione è
formato da 5 componenti di cui 3 eletti dall’assemblea dei consorziati e 2
nominati dalla Giunta Regionale, 1 dei quali con funzione di Presidente”.
Risulta palese che, tenuto conto delle fonti del diritto, un decreto, sia esso
presidenziale che assessoriale, non può modificare una norma di legge votata
dal Parlamento Regionale.
4. Difformità nella tempistica delle
attività propedeutiche all’entrata in funzione dei nuovi Enti. Nello schema di
regolamento tipo, approvato con D.P. Reg. 468/2017, vengono assegnati al
Commissario straordinario, ai fini del completamento dell’iter per la piena
operatività dei due Consorzi, n° 180 giorni, mentre con il decreto di
costituzione dei medesimi due Enti viene stabilito che detto percorso venga
completato entro e non oltre il 31/12/2017.
5. Disposizioni transitorie confuse a
tratti contorte e probabilmente inattuabili. · Da un lato si dice che il personale mantiene il trattamento economico e
giuridico posseduto nei Consorzi accorpati e dall’altro non si tengono in
debito conto le procedure previste nei Piani di Organizzazione Variabili in
atto vigenti nei medesimi Enti; · Il Commissario Straordinario esercitando tutte le funzioni, che in base
allo Statuto e al Regolamento sarebbero di competenza del Presidente, del
Consiglio di Amministrazione e del Direttore Generale, accentrerebbe dunque in
sé tutte le mansioni di ordinaria e straordinaria amministrazione e potere
gestionale. · Tempistica degli
adempimenti in capo al Commissario che, oltre ad essere incongruente con il
termine fissato in decreto per l’esecuzione degli stessi adempimenti, come
prima detto, appare assolutamente inverosimile ed inattuabile. Non è infatti
neanche lontanamente pensabile né possibile effettuare, entro 60 giorni, la
ricognizione della situazione patrimoniale, economica, finanziaria, dei
rapporti giuridici (attivi e passivi), del contenzioso, del personale, effettuare
il piano di riorganizzazione funzionale e finanziario (alienazione dei beni
mobili ed immobili, individuazione dei possibili componimenti bonari e/o
transattivi, rinegoziazione ed efficientamento dei costi per beni e servizi,
etc.) e tanto altro ancora. La mancanza di chiarezza e di corretta
programmazione determinerà confusione, lungaggini e danni economici. · Allo stesso modo non è certamente
possibile pensare di redigere entro 180 giorni, e quindi oltre il termine del
31/12/2017 fissato in decreto, il Piano di Organizzazione Variabile, il Piano
di Classifica e di Riparto, il Regolamento per la gestione patrimoniale e
finanziaria, il Catasto consortile, il Regolamento elettorale , l’elenco degli
elettori e tanti altri importanti adempimenti indispensabili per la normale e
regolare operatività dei nuovi Enti. Solo per avere idea di che si parla si
pensi che per dotarsi del solo piano di classifica i vecchi Consorzi hanno
impiegato diversi anni con impiego di risorse, anche economiche, notevoli. · Adozione del Piano normativo e
finanziario per il ripianamento delle passività nebulosa, farraginosa ed
incerta. Ciò determinerà l’automatico passaggio ai nuovi Enti di tutta la gran
mole di contenzioso, risalente ad anche trent’anni addietro, che ne decreterà la
paralisi gestionale in brevissimo tempo. · Confusione nell’adozione dei Piani, dei Regolamenti, nell’emissione dei
ruoli, del servizio di tesoreria, nelle funzioni dei Collegi dei Revisori, etc.
Alla luce di quanto su evidenziato, la riforma che si vorrebbe attuare
certamente vanificherà il raggiungimento delle finalità che hanno guidato il
Legislatore nell’emanare la predetta legge e determinerà enormi costi per la
collettività. Quando, viceversa, come è nello spirito della Legge, si sarebbe
dovuto pensare ad una riforma utile ad adeguare i servizi di bonifica e di
irrigazione alle attuali esigenze dell’agricoltura. E allora appare
irrinunciabile effettuare una attenta riflessione sulle legittimità ed
efficacia dei predetti atti amministrativi emanati nell’ambito della procedura
di riforma in atto, in modo da permettere ai nuovi Enti di poter nascere su
basi solide, sia dal punto di vista giuridico che organizzativo ed economico e,
di conseguenza, riuscire ad assicurare servizi efficienti e produttivi in favore
dell’utenza, scongiurando contenziosi e danni per la P.A. che già si profilano
all’orizzonte. È desiderio della sottoscritta conoscere le ragioni per le quali
una riforma tanto importante, che si sarebbe dovuta attuare in 120 giorni e
rimasta a giacere per quasi quattro anni, stia subendo un’accelerazione tanto
vertiginosa.
(MAURIZIO DI FAZIO
Leonforte, festa
per i 50 anni della Leonfortese
50 anni
fa, in una tiepida giornata di settembre spuntò la luce della Leonfortese
Una giornata che cambiò la storia del calcio leonfortese…
Successe a Leonforte mezzo secolo fa (correva il 14 settembre del 1967), quando
alcuni pionieri del calcio fondarono l’Associazione Polisportiva Leonfortese –
Incipit “Una delle società più antiche della Sicilia”. Quasi a significare
l’importanza della ricorrenza, a Leonforte sabato 30 settembre u.s. sono
arrivate tantissime autorità sportive: Santino Lo Presti (presidente del
comitato regionale), Paolo Rosso della Figc provinciale, il presidente dell’Aia
Michele Cavatteri e provinciale Giuseppe Di Gregorio, Angelo Sberna del Coni,
Massimiliano Bircler del calcio a 5.
50 anni
riassunti in queste quattro pillole storiche:
– L’associazione
Polisportiva Leonfortese nell’agosto del 1971 partecipò a un torneo
Internazionale in Svizzera, dove rimase per 12 giorni. Da Leonforte partì una
comitiva di 26 persone – tra giocatori, allenatori e dirigenti – che furono
ricevuti a Basilea dal signor Vincenzo Barbera, un leonfortese trapiantato in
Svizzera presidente di un circolo di lavoratori leonfortesi con sede a
Laufenburg, piccolo paese svizzero colonia di tanti leonfortesi. Le spese del
viaggio e del soggiorno in terra svizzera della comitiva bianco-verde furono
tutte a carico dei soci del circolo.
– Nel
1986 la Leonfortese cedette Antonello Laneri al Licata di Zeman per la
faraonica cifra di trenta milioni di lire. L’accordo della cessione
fu formalizzato in Figc (Federazione Italiana Giuco Calcio)
dall’allora presidente in carica della Leonfortese professor Gaetano detto Tano
Santangelo, primo calciatore tesserato per l’Associazione Polisportiva
Leonfortese.
– Le prime porte del primo
campo di calcio – delimitante il fondo del rettangolo stesso – dei primi
pionieri del football leonfortese furono erette con traverse di legno (che
sostituivano i tradizionali pali di legno) che una comitiva di giovanissimi
leonfortesi (guidata dal giovane Tano Santangelo), girovagando, trovò
abbandonati per terra (qualcuno afferma che furono rubati…) presso la Stazione
Ferroviaria di Pirato (Leonforte).
(MAURIZIO
DI FAZIO)
Leonforte si
presenta il libro
“Follie di fine estate”
L’appuntamento è per sabato 21 ottobre
alle 18.30 presso Il Circolo Operai MS di Leonforte
Sabato
21 ottobre alle 18.30 presso Il Circolo Operai Mutuo Soccorso di Leonforte
(C.so Umberto) si terrà la presentazione ufficiale in Sicilia del libro ”Follie
di fine estate”, (Editoriale Bonfirraro) di Samuele Cau (AUTORE DI ORIGINE
LEONFORTESE).
Dopo
l’introduzione del presidente del Circolo Vincenzo detto Enzo
Perrica, interverranno l’editore Salvo Bonfirraro, la professoressa Giovanna
Maria (storica) e l’autore.
“Follie
di fine estate” di Samuele Cau narra le vicende di Santo, figlio di emigrati
italiani, che dall’Argentina torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove
intraprende un viaggio nella storia, fino all’eccidio di Marzabotto… In fuga
dal duro regime dittatoriale argentino, Santo Bellomo fa ritorno
a San Vito Lo Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori,
emigrati, avevano lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale
era alle porte. L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza
da parte di un caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia,
due personaggi che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno
in un viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di un episodio della
Storia che li ha segnati tutti in modo incancellabile: la strage di
Marzabotto. È questa la storia raccontata da Samuele
Cau in Follie di fine estate (Bonfirraro), un romanzo
ironico e ricco di nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un
difficile fatto del passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e forte.
Come scrive Alessandro Cannavò: “I legami di amicizia che si annodano,
conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e vernacolare,
preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. L’autore fiorentino
(di origine leonfortese), classe 1967, ha vissuto in Marocco, in Spagna,
nell’Estremo Oriente e in sud America e, nel suo romanzo
d’esordio, mescola le tradizioni culturali e i ricordi popolari che ha
incontrato nei suoi viaggi, mettendo in contatto tra loro popolazioni lontane e
diversissime.
Leonforte
lì 11.10.2017 MAURIZIO DI FAZIO
La crisi del
libro… perché? “SE AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA”
La
crisi del libro… perché?
“SE
AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA”
Le
cifre delle statistiche offrono un quadro chiaro e amaro al tempo stesso:
rispetto al 30% della Lombardia, la Sicilia copre solo il 10 per cento del
mercato librario nazionale. Ancora una volta in coda la Sicilia. Da noi si
legge poco e addirittura si legge male. Come dice la giornalista Monica
Consoli: “Il piacere di tuffarsi dentro le pagine di un libro, la gioia e il
fascino di “Entrare” dentro le parole di uno scrittore, di farle proprie e
ancora riservata a pochi”. Nella nostra amata “terra” manca l’abitudine o
meglio l’educazione alla lettura, il libro viene ancora visto come un genere
sconosciuto o ancora peggio è considerato un’imposizione. Il verbo leggere non
sopporta l’imperativo… Oltre a questo, esiste un altro problema che definisco
culturale. Le nostre famiglie e le scuole (statali e private) non
contribuiscono a fare nascere questa passione. Bisogna sensibilizzare i ragazzi
a leggere i libri per innamorarsi della letteratura. Un altro problema della
non lettura di un libro è la convinzione che l’autore che ha realizzato l’opera
editoriale, deve regalare il libro. Fino a quando non si superano questi
concetti “medioevali”, il libro non avrà mai il successo che si merita. Per
superare questi concetti bisogna invogliare le persone ad incominciare a
leggere. Bisogna organizzare continue feste del libro, tavole rotonde,
presentazioni, progetti per il libro, organizzazione di “Caffè letterari”,
stimolare la Regione Siciliana, i Comuni, le Città Metropolitane e i Liberi
Consorzi di Comuni a comprare libri per donarli ai giovani, ma solo ai giovani.
Se i giovani sono spinti e stimolati certamente le cose andrebbero
diversamente. Bisogna saper inculcare ai giovani fin da piccolissimi la
passione dello scrivere e leggere continuamente. Perché la letteratura è lo
specchio della società. SE AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA. Oggi un po’
di risveglio, nella nostra provincia (oggi Libero Consorzio di Comuni di Enna),
sta avvenendo, anche grazie a bravi Editori che stanno, con la propria passione
e con la propria “tasca” scommettendo sui libri, come fanno da un po’ di tempo
a questa parte l’editore barrese Salvo Bonfirraro (Bonfirraro Editore, già casa
Editrice Bosè Giesse); il leonfortese Emilio Barbera (Euno Edizione); la casa
editrice ennese “Mario Vetri Editore”, il Lunario (Srl Enna); Ettore Grillo
Editore (Enna), Vetri, cav. Francesco (Enna) ed Paolo Mineo (Lancillotto &
Ginevra Edizioni – Leonforte). Ho scoperto questo fantastico mondo solo da
alcuni anni ad un’età direi abbastanza matura. Auguro a tutti di poter
conoscere questo mondo. La passione che ti prende nel leggere un libro e/o
scriverlo è stupendamente bello. Ai giovani consiglio di memorizzarsi questa
frase: “Avere un libro tra le mani, sfogliarlo, sentirlo, odorarlo, è una cosa
stupenda”. Invito tutti gli autori, editori e giornalisti dell’ennese a
coalizzarsi tra loro, e non a cadere in quella bruttissima parola che si chiama
“invidia”. Bisogna collaborare tutti insieme per cercare di far crescere altri
autori, altri editori e altri giornalisti. Bisogna seminare oggi per
raccogliere domani. Anche se a raccogliere saranno altri.
MAURIZIO
DI FAZIO
Leonforte
presentato il libro di Samuele Cau “Follie di fine estate”
Leonforte – Presentato il libro di Samuele
Cau: “Follie di fine estate” - (Bonfirraro Editore)
Recensione al primo libro di Samuele Cau
E’
stato presentato sabato 21 ottobre, nella bella cornice del Circolo Operai
Mutuo Soccorso di Leonforte 1881, il primo lavoro editoriale di Samuele Cau
Follie di fine estate, alla presenza di un numerosissimo pubblico. L’autore è
di origini leonfortesi per parte di madre. Si tratta di un testo per addetti ai
lavori e curiosi che ricostruisce un capitolo della storia italiana. Il romanzo
narra le vicende di Santo, figlio di emigrati italiani, che dall’Argentina
torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove intraprende un viaggio nella
storia, complice la visita al sacrario di Marzabotto dove riposano i resti
delle vittime dell’eccidio del 29 settembre 1944. In fuga dal duro regime
dittatoriale argentino, Santo Bellomo, dopo essersi stabilito in Toscana, fa
ritorno a San Vito Lo Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori, emigrati,
avevano lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale era alle
porte. L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza da parte di
un caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia, due
personaggi che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno in un
viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di eventi della Storia che li ha
segnati tutti in modo indelebile: la strage appunto di Marzabotto.
Testimonianze forti, ricordi da non cancellare. Un romanzo ironico e ricco di
nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un difficile fatto del
passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e forte. Come scrive
Alessandro Cannavò – in quarta di copertina – “I legami di amicizia che si
annodano, conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e
vernacolare, preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. Il
libro narra anche della vicenda sentimentale-letterario che si instaura tra
l’autore e la sua amata compagna Lucia. L’autore fiorentino (di origine
leonfortese), classe 1967, ha vissuto in Marocco, in Spagna, in Estremo Oriente
e in Sud America. Nel suo romanzo d’esordio, mescola le tradizioni culturali e
i ricordi popolari che ha incontrato nei suoi viaggi. Il dibattito, moderato
dall’editore barrese Salvo Bonfirraro (organizzatore dell’evento), ha
ripercorso le tappe della nascita del libro (merito va dato al leonfortese
Salvatore Roberti che è stato il collante tra l’editore e l’autore); vivace il
contributo di riflessioni dato dai protagonisti della serata: lo scrittore
Samuele Cau e la storica Giovanna Maria. L’autore dopo i dovuti ringraziamenti
e con un po’ di emozione ha esposto alcuni passaggi del libro. Giovanna Maria
ha terminato il suo lunghissimo e interessantissimo intervento affermando: “Un
lavoro editoriale pronto per diventare un libro di testo didattico!”. Dopo un
intervento del professor Giuseppe Nigrelli (noto esponente della cultura
leonfortese) e la lettura di un capitolo del libro fatta dal dottor Angelo
Proto, la presentazione del libro – organizzata in collaborazione con lo
storico circolo di mutuo soccorso leonfortese – è terminata con una serie di
domande, da parte del dottor Angelo Formica, dell’editore Bonfirraro e della
professoressa Maria a cui l’autore Samuele Cau, disponibilissimo, ha dato
risposta. A conclusione della serata il presidente del circolo Vincenzo detto
Enzo Perrica ha ringraziato i soci presenti e gli ospiti e con un prossimo
arrivederci, ha ringraziato l’editore Salvo Bonfirraro. L’obiettivo
dell’editore è quello di continuare a portare il libro nelle scuole. La serata
ha visto pure la presenza in sala del professor d’arte e pittore leonfortese
Pino Calì che ha distribuito “piccoli disegni tascabili” dei suoi tanti lavori
contemporanei. Un maestro d’arte amatissimo dai leonfortesi, il quale definisce
la pittura: “la migliore medicina”.
MAURIZIO DI FAZIO
P.
S. Il Circolo degli Operai è stato fondato il 16 aprile 1881 in Via Cassarà 54
e dal 1884 ha stabile sede nei propri locali di Corso Umberto 163 con “lo scopo
principale dell’affratellamento di tutte le classi operaie”, per cui il
sodalizio fa parte dei Circoli Operai della Sicilia aderenti al CORES e “col
promuovere, soprattutto, l’educazione e l’istruzione di ogni socio”.
Di
scinnuta tutti i santi aiutanu, d’acchianata…
Verso la fine degli anni quaranta il
collegamento stradale tra Leonforte, il Ponte Patrangelo e la Stazione
Ferroviaria di Pirato (oggi Stazione di Leonforte) avveniva tramite una
diligenza (mezzo sconquassato), che poteva trasportare fino a sei passeggeri. Tre posti in prima
classe e tre posti in seconda classe, né di più né
avrebbe potuto portare. All’arrivo a Pirato, ogni volta, gridando il
nocchiero quantificava il ritardo accumulato (nonostante la tratta sia tutta in
discesa) e annunciava che la direzione si
scusava con i viaggiatori… Solo che a sentire sempre questa litania i
passeggeri rispondevano: Vinnitilla! Non
si potevano accettare sempre scuse e perdoni per una cosa che accadeva ad ogni
viaggio. Si racconta che nelle ultime corse - al calar della sera - tratta
Pirato-Leonforte, quando i due cavalli (uno di colore del mantello marrone
chiaro, l’altro del mantello rossiccio), stanchi per aver trainato per tutta l’intera giornata la
diligenza, il nocchiero era solito gridare, nelle vicinanze da Curva do Generale Trovato e/o nei pressi
della Curva ‘U Monaco: “Viaggiatori di seconda classe...: Scinniti e
ammuttati, i cavaddi nun ci la fanu cchiu...”. Questo era il pegno che
toccava ai viaggiatori di seconda classe, per aver pagato la metà del prezzo
del biglietto. Sarà vero?
Leonforte 28.10.2017 Maurizio Di Fazio
(Giornale Epoca 88)
Calcio giovanile La promessa
leonfortese LELE continua a sognare il grande calcio
La promessa leonfortese LELE continua a sognare
il grande calcio
Tra i suoi maestri di calcio il professore Salvatore Bianchetti e il
tecnico Francesco Lanzafame
Il
diciassettenne Emanuele, detto Lele, Novembre (ex giocatore dell’Apd
Leonfortese) di ruolo attaccante ha iniziato il suo secondo campionato tra le
fila della mitica Reggina 1914. Questo è il suo primo anno con la Beretti del
tecnico Armenise (in questo periodo la squadra amaranto si trova in vetta alla
classifica del girone Calabria-Sicilia, grazie agli assist e ai gol del giovane
leonfortese Lele, che sta infiammando con le sue giocate i tifosi reggini). Le
partite della Beretti si giocano al Villaggio Sant’Agata, dove c’è anche la
foresteria. L’anno scorso il giovane Lele era negli Allievi e il mister Jorge
Vargas (ex giocatore della Reggina, Empoli, Spezia) lo ha fatto giocare nella
Beretti nelle settimane di riposo (grazie alla rete di Lele la Beretti ha vinto
contro il Catania). Cresciuto sotto la guida tecnica di Giuseppe Germanà,
Novembre ha iniziato la sua carriera “professionistica” nel 2014. Si è
trasferito a Torino nell’ottobre del 2014 allenandosi presso il C.F.G.C.
(Centro formazione giovani calciatori), che tra i suoi tecnici vede Tommaso
“Ricky” Vailatti (ex giocatore del Torino) e anche l’ennese Sergio Colajanni.
Ritornato in Sicilia, viene tesserato dal Catania 1980 del tecnico Giovanni
Lanzafame, che lo mette in condizione di fare un campionato regionale (farà
parte anche della rappresentativa regionale di categoria). Infine tramite il
professore Salvo Bianchetti (ex tecnico del Catania calcio di Angelo
Massimino) il ragazzo viene affidato al tecnico Francesco Lanzafame –
allenatore calcio FIGC/Uefa B – che lo porta alla Reggina 1914. Secondo
molti addetti ai lavori, il tecnico Francesco Lanzafame è uno dei più bravi
tecnici del panorama calcistico dilettantistico siciliano (un tecnico che pare
destinato a far parlare di sé). Emanuele Novembre è un ragazzo dalle importanti qualità tecniche-tattiche.
Mobile e scattante fa reparto da solo. Molto forte tecnicamente e abile
nell’uno contro uno. Inarrestabile, velocissimo, caparbio, cattivo, preciso e
potente.
Leonforte, 4 Novembre 2017
51 ANNI DI STORIA
BUON COMPLEANNO LEONFORTESE
La data di nascita dell’Associazione
Polisportiva Leonfortese è il 14 settembre 1967 (una lunga avventura cominciata
nella sartoria di Alfio Guliti); fu al termine di un torneo estivo che il
vulcanico professore Salvatore Rindone fondò l’A.P. Leonfortese (il professore
venne eletto per acclamazione Presidente dai numerosi presenti). Per onore di
cronaca, anche se l’anno ufficiale di nascita della Polisportiva è il 1967, di
fatto la Leonfortese fu fondata nell’estate del 1966 (ma non era una società
vera e propria) ed aveva già disputato la Prima Coppa Città di Leonforte, che
vinse battendo in finale la Under 30. A conclusione della manifestazione,
promossa dall’assessore allo sport Nello Sciuto, che tra tasse e offerte ricavò
un attivo di 104 mila lire, furono create le basi economiche per fondare la
Polisportiva Leonfortese. Lo Statuto fu redatto e registrato gratuitamente
presso lo studio del Notaio Longo. Del primo direttivo facevano parte Placido
Villari e Nello Sciuto (vice presidente), Gaetano Crimi, Rino Vasta, Alfio
Guliti, Saverio Greco, Andrea Vinciprova, Nicola Vitale e Paolo Salerno
(consiglieri). Il professor Rindone si dedicò anima e corpo alla Leonfortese
che, guidata da Melo Pontorno, partecipò al campionato di terza categoria, classificandosi
al secondo posto. La prima partita ufficiale dei bianco-verdi (matricola Figc
n. 26.130) è stata disputata a Enna allo Stadio Generale Gaeta il 26
dicembre 1967 contro l’Amal Enna che vinse 1 – 0. Per la cronaca l’incontro si
disputò sotto una fitta nebbia, anche se nel referto arbitrale si scrive di una
giornata di sole. I primi completini della Leonfortese, per disputare il primo
incontro, furono acquistati dalla dirigenza a Catania in un negozio di
abbigliamento sito in Corso Italia di proprietà dell’ex giocatore del Catania
Totò Calvanese. Le magliette erano prive dei numeri – notizia che ci viene data
per certa da Alfio Guliti, il quale, essendo un eccellente sarto, nei giorni 24
e 25 dicembre, lavorando anche di notte, attaccò i numeri ai completini che,
come sopra raccontato, furono usati il 26 dicembre per disputare la prima
partita ufficiale. La prima partita vinta dalla Leonfortese in trasferta, porta
la data del 7 gennaio 1968. L’incontro fu disputato a S. Anna (oggi Enna Bassa)
dove la Leonfortese sconfisse 5 - 0 il Borsi Enna. Alcune stanze prese in
affitto; situate nel fabbricato di via Torretta di proprietà del commendatore
Pitanza, furono i primi spogliatoi della squadra bianco-verde. Nella sua lunga
storia la Leonfortese ha disputato quasi tutte le sue partite interne e gli
allenamenti settimanali al campo sportivo “Nino Carosia, un impianto che nel
corso degli anni ha subito varie ristrutturazioni. I primi spogliatoi furono
allocati all’interno di un prefabbricato (già usato) che i dirigenti Giacinto
Di Fazio (geometra) e Tano Crimi (costruttore) acquistarono a proprie spese,
dall’ICORI, un’impresa che in contrada Tumminella aveva realizzato il
depuratore delle acque reflue. Qualche anno dopo, il prefabbricato, ormai
obsoleto e inagibile, fu sostituito dall’attuale spogliatoio in muratura. La
struttura originaria fu realizzata (in solo sette giorni) grazie all’impegno di
dirigenti (sotto la presidenza di Angelo Vitale) e giocatori (su tutti Angelo
Salerno, Mico Lopes, Pino e Eugenio Pellegrino) che a titolo gratuito misero a
disposizione il loro tempo libero sia per la redazione del progetto e la
direzione dei lavori (il geometra e dirigente Giacinto Di Fazio), sia per la
costruzione vera e propria (i calciatori). Il materiale occorrente fu offerto
da alcuni imprenditori leonfortesi: i quali fornirono sabbia, cemento e un
autotreno di blocchi. La struttura veniva anche utilizzata come base logistica
esterna da Radio Onda Libera, che trasmetteva le radiocronache, e le interviste
finali, quando la Leonfortese giocava in casa. Il compianto fotografo Carlo
Romano (proprietario di Radio Remo), da parte sua, si arrampicava sul tetto,
filmava le partite e poi – a partire dalla sera stessa e per diversi giorni –
le “proponeva” 24 ore su 24 a uso e consumo dei tifosi e dei curiosi,
trasmettendole da un grande televisore collocato dietro la vetrina del suo
studio di Corso Umberto n. 232.
(Maurizio Di Fazio)
Gli anniversari che ci appartengono e che hanno fatto la storia
della Leonfortese
Accadeva quattro anni fa come ieri: il match
Leonfortese vs Due Torri veniva trasmesso per tutti i 90' in diretta sulla Rai!
Per la cronaca, l'evento - valido per la sesta
giornata di ritorno del campionato nazionale di Serie D, girone I (S. S. 2014 -
2015) - si concluse con la vittoria della Leonfortese, che ebbe la meglio sulla
squadra messinese del Due Torri, per una rete a zero (gol del centrocampista
Fabio Calabrese).
Artefice dell'iniziativa, con il suo impegno
presso la Lega Nazionale Dilettante, fu l'allora Direttore Generale
bianco-verde Antonio Russo (attuale Patron della Leonfortese) che permise a
tantissimi leonfortesi sparsi per il mondo di assistere in diretta TV alla
partita.
Queste le parole del presidente attuale della
Leonfortese Antonio Russo: "All'epoca il Delegato Nazionale della Serie D
per il Sud, Giuseppe Dello Iacono, con il quale è rimasto un grande rapporto di
amicizia, arrivò a dirmi che avrebbe assicurato la diretta Rai pur di non
ricevere più le continue richieste".
La partita, trasmessa dalla Rai (RaiSport - Ore 14:30), Sabato 21 febbraio
2015 in tutto il mondo - arbitrata dall'arbitro internazionale signora
Valentina Garoffolo della sezione di Vibo Valentia - si disputò sotto una fitta
nebbia (evento insolito per il nostro paese).
L'evento "costrinse" un leonfortese residente in Germania a
chiamare telefonicamente durante il match un parente (in quel periodo dirigente
bianco-verde) e dirgli: "I vuliti
astutari sti minch.. di fumogeni... nun si vidi nenti".
Il giovane emigrante scambiò la presenza della fitta nebbia con il fumo dei
fumogeni...
Leonforte Venerdì 22.02.2019 (Giornale Epoca 88)
La leggenda del giornalista-giornalaio
Fa parte della storia della Leonfortese anche la leggenda del giornalista-giornalaio Filippo Di Leonforte. Il raccattapalle Filippo Di Leonforte, era spesso “preso in giro” dai tifosi avversari, quando il buon Filippo (persona perbene) cercava di recuperare il pallone che usciva dal rettangolo di gioco, ma solo quando la Leonfortese si trovava in svantaggio, mentre quando la Leonfortese era in vantaggio, faceva finta di niente, e rimaneva seduto. Forse era questo suo modo di comportarsi che infastidiva i tifosi avversari, che decidevano allora di deriderlo al momento opportuno. Filippo è stato per Leonforte un personaggio anche fuori dal calcio. Tra le sue tante cose da ricordare la più curiosa, che tutti gli sportivi leonfortesi ricordano con più piacere, fu quando partì alla volta di Palermo, per sottoporsi alla visita medica militare. Qui durante il colloquio gli fu chiesto cosa facesse nella vita di tutti i giorni. La sua risposta fu: “Faccio il giornalista…”. Questa sua risposta incuriosì il Generale di turno addetto ai colloqui che gli chiese: “Per quale testata giornalistica lavora…”. A questa domanda Filippo Di Leonforte rispose così: “Lavoro per Don Vito… distribuisco giornali”. Dopo questa risposta al Generale non rimase che dire: “Allora non fai il giornalista, ma il giornalaio porta a porta”. Filippo Di Leonforte controbattè così: “Perché tra il giornalista e il giornalaio che differenza c’è… sempre di giornali si occupano”.
Leonforte Martedì 05.03.2019 (Giornale Epoca 88)
Un delicatissimo Derby
tra la Leonfortese e la Branciforti fu annunziato in sella ad un cavallo (anche
questo fa parte della storia ultra-cinquantennale bianco-verde)
da Nino Licata (storico personaggio Leonfortese), che con un megafono - a titolo
gratuito e di sua spontanea volontà, sicuramente per stemperare la tensione tra
le due tifoserie - scendendo e risalendo il Corso Umberto. Nino annunziò per
tutta la mattinata, che nel primo pomeriggio, allo stadio comunale Nino
Carosia, si sarebbe disputato l’affascinante derby tra la Leonfortese e la
Branciforti. L’annunzio, sicuramente venne annunziato nei modi che appartengono
a Nino Licata – che noi tutti Leonfortesi conosciamo - come il miglior
personaggio dello spettacolo che Leonforte abbia avuto.
Leonforte Domenica 10 Marzo
2019 - (Giornale Epoca 88)
Aneddoto curioso e
divertente
QUEL GIORNO AL NINO CAROSIA
Fu durante un derby che nacque a Leonforte la
leggenda delle scarpette di Gianni Rivera. Il signore interessato dell’evento
raccontò che durante un incontro tra il Catania di Angelo Massimino e il Milan
che si disputava c/o il mitico Stadio Cibali di Catania, il grandissimo Golden
Boy Gianni Rivera - che aveva dimenticato le scarpette a Milano - vedendolo sulle tribune lo chiamò, addirittura con
il tu, e gli disse: “Ciao… Come stai… Hai
per caso le scarpette che ti ho regalato quando ci siamo incontrati a casa mia
a Milano? Le mie l’ho dimenticate!”.
La risposta del protagonista leonfortese (tifoso del Milan) fu: ”Si le ho qui, le porto
sempre con me in macchina, aspetta cinque minuti che le prendo e te le butto”.
Clamoroso al
Cibali?
Sempre lo stesso personaggio si rese protagonista
alcuni anni dopo, quando raccontò ad amici all’interno del famoso Circolo
Operai di Mutuo Soccorso di Leonforte, che di ritorno da Roma da una gita
familiare, mentre l’aereo stava per atterrare all’Aeroporto di Fontanarossa,
affacciatosi al finestrino vide in diretta un gol di Gianni Rivera in
rovesciata che portava il Milan in vantaggio sul campo del Catania.
Clamoroso al Cibali?
(Giornale Epoca 88) Leonforte Mercoledì 27.03.2019
Quando Salvò La Porta salvò la Leonfortese
All’inizio della stagione 1997-1998 il presidente della
Leonfortese, stanco dei continui anticipi per l’iscrizione della squadra ai
campionati degli anni precedenti, chiese un contributo al Sindaco missino Salvo
La Porta per salvare la società. Il primo cittadino, a nome
dell’Amministrazione, gli venne incontro e due giorni prima della scadenza del
termine ultimo con una propria ordinanza provvide all’iscrizione. La Porta,
nell’ordinanza n. 73 del 10 luglio 1997, cita la casistica riconducibile
all’articolo 5, comma 2, del Decreto legislativo 77/97 (dove si parla di danno
irreparabile alla comunità) e scrive: “Considerato
che la Leonfortese promuove l’attività senza scopo di lucro, suscitando vivo
interesse tra i giovani, dunque tenendo lontane le varie generazioni da rischi
delinquenziali; considerato che ancora l’amministrazione non ha approvato
l’esercizio provvisorio, ordina all’Ufficio Ragioneria di procedere al mandato
di pagamento di lire 16 milioni e 500 mila lire, la cui data di scadenza è
fissata per le ore 12 del 14 luglio 1997”.
(Giornale Epoca 88) Leonforte Martedì 02.04.2019