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Di Fazio Maurizio 
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"Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori… per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare..."   (Marilyn Monroe)


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Giornale: Obiettivo Affari & Notizie (Barrafranca)
Organo ufficiale della Bonfirraro Editore




Giornale: Epoca 88 (Leonforte)
Organo ufficiale del Circolo Epoca 88







  Geom. Di Fazio Maurizio













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   Obiettivo Anno XXII - N. 386 del 24 marzo 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 386 del 24 marzo 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 386 del 24 marzo 2010



     Obiettivo Anno XXII - N. 384 del 28 gennaio 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 388 del 10 luglio 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 389 del 30 luglio 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 390 del 15 settembre 2010



Obiettivo Anno XXII - N. 390 del 15 settembre 2010



Obiettivo Anno XXIII° n. 396 del 9 aprile 2011



                          Obiettivo Anno XXIII° n. 397 del 26 maggio 2011



Obiettivo Anno XXIII° n. 397 del 26 maggio 2011



Obiettivo Anno XXIII° n. 398 del 15 giugno  2011




Obiettivo Anno XXIII° n. 398 del 15 giugno 2011



Obiettivo Anno XXIII° n. 400 del 15 settembre 2011




 Obiettivo Anno XXIII° n. 401 del 15 dicembre 2011




Obiettivo Anno XXIII° n. 401 del 15 dicembre 2011



 Giornale Epoca 88 - N° 1 del 15 settembre 2011



 Giornale Epoca 88 - N° 1 del 15 settembre 2011



 Giornale Epoca 88 - N° 1 del 15 settembre 2011
(Pubblicato anche su Dedalo Multimedia Enna - Anno 2012)



Giornale Epoca 88 - N° 1 del 15 settembre 2011 

 

Giornale Epoca 88 - N° 2 del 17 febbraio 2012



 Giornale Epoca 88 - N° 2 del 17 febbraio 2012



Giornale Epoca 88 - N° 2 del 17 febbraio 2012



Obiettivo Anno XXIII° n. 402 del 15 marzo 2012



Obiettivo Anno XXIII° n. 402 del 15 marzo 2012



Giornale Epoca 88 - N° 3 del 8 aprile 2012



Giornale Epoca 88 - N° 3 del 8 aprile 2012 

 

Giornale Epoca 88 - N° 3 del 8 aprile 2012



Obiettivo Affari & Notizie - N° 403 del 27 aprile 2012




Obiettivo Affari & Notizie - N° 403 del 27 aprile 2012




Giornale Epoca 88 N° 4 del 12 giugno 2012



 Giornale Epoca 88 N° 5 del 13 agosto 2012




 Giornale Epoca 88 N° 5 del 13 agosto 2012




 Giornale Epoca 88 N° 5 del 13 agosto 2012




Giornale Epoca 88 N° 5 del 13 agosto 2012



Giornale Epoca 88 N° 5 del 13 agosto 2012



 Giornale Epoca 88 N° 6 del 12 Ottobre 2012



 Giornale Epoca 88 N° 6 del 12 Ottobre 2012



 Giornale Epoca 88 N° 6 del 12 Ottobre 2012



Giornale Epoca 88 N° 6 del 12 Ottobre 2012



Obiettivo Anno XXIV° n. 406 del 12 ottobre 2012



 Obiettivo Anno XXIV° n. 406 del 12 ottobre 2012



Obiettivo Anno XXIV° n. 406 del 12 ottobre 2012



 Obiettivo Anno XXIV° n. 407 del 25 ottobre 2012



 Obiettivo Anno XXIV° n. 407 del 25 ottobre 2012



Obiettivo Anno XXIV° n. 407 del 25 ottobre 2012



Giornale Epoca 88 N° 7 del 13 Dicembre 2012



Dedalo Multimedia del 27 Dicembre 2012



 Giornale Epoca 88 N° 8 del 18 Febbraio 2013



 Giornale Epoca 88 N° 8 del 18 Febbraio 2013



Giornale Epoca 88 N° 8 del 18 Febbraio 2013



Giornale Epoca 88 N° 9 del 15 Aprile 2013



Giornale Epoca 88 N° 9 del 15 Aprile 2013



 Giornale Epoca 88 N° 9 del 15 Aprile 2013

 Giornale Epoca 88 N° 10 del 18 Giugno 2013




Giornale Epoca 88 N° 10 del 18 Giugno 2013



 Giornale Epoca 88 N° 10 del 18 Giugno 2013



 Giornale Epoca 88 N° 10 del 18 Giugno 2013



Giornale Epoca 88 N° 10 del 18 Giugno 2013

Giornale Epoca 88 N° 11 del 13 Agosto 2013



 Giornale Epoca 88 N° 11 del 13 Agosto 2013



Giornale Epoca 88 N° 11 del 13 Agosto 2013




Giornale Epoca 88 N° 12 del 17 Ottobre 2013



 Giornale Epoca 88 N° 12 del 17 Ottobre 2013


Giornale Epoca 88 N° 13 del 18 Dicembre 2013



 Giornale Epoca 88 N° 13 del 18 Dicembre 2013



Giornale Epoca 88 N° 13 del 18 Dicembre 2013



Giornale Epoca 88 N° 14 del 21 Febbraio 2014

 Giornale Epoca 88 N° 14 del 21 Febbraio 2014



 Giornale Epoca 88 N° 14 del 21 Febbraio 2014



Giornale Epoca 88 N° 15 del 19 Aprile 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 15 del 19 Aprile 2014



Giornale Epoca 88 N° 15 del 19 Aprile 2014 



Giornale Epoca 88 N° 15 del 19 Aprile 2014 



Giornale Epoca 88 N° 15 del 19 Aprile 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 16 del 14 Giugno 2014 



Giornale Epoca 88 N° 16 del 14 Giugno 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 16 del 14 Giugno 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 16 del 14 Giugno 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 17 del 9 Settembre 2014



 Giornale Epoca 88 N° 17 del 9 Settembre 2014




Giornale Epoca 88 N° 17 del 9 Settembre 2014 



 Giornale Epoca 88 N° 18 del 31 Gennaio 2015



Giornale Epoca 88 N° 18 del 31 Gennaio 2015



Giornale Epoca 88 N° 18 del 31 Gennaio 2015



Giornale Epoca 88 N° 18 del 31 Gennaio 2015
                                           


Che bella storia…

Padre Benedetto Pernicone ha festeggiato i suoi settant’anni di ordinazione 

(Nissoria 29.06.2016)



La bella storia del prete che ha educato religiosamente tre popoli: regalbutesi, nissorini e leonfortesi…



Monsignor Benedetto Pernicone, nasce a Regalbuto (En) il 9 marzo del 1923. Anche lui, quindi subì le sorti del periodo bellico; anche lui, e forse più degli altri, provò i crampi della fame. Da adolescente fu un “ribelle” e un futurista. L’adolescenziale vocazione giunse presto, che servì con zelo, animato dalla carità pastorale. Dal 1955 al 1988 parroco di Nissoria, presso la Chiesa di San Giuseppe; poi arciprete della Chiesa Madre San Giovanni Battista a Leonforte, oltre che Cappellano dell’Ospedale “Ferro-Branciforti-Capra” di Leonforte, di cui è stato una figura importantissima per la sua difesa. Guidò da capopopolo - il comitato “Salviamo l’ospedale di Leonforte” - e, durante una delle tante proteste (siamo a inizio degli anni duemila), l’Arciprete salì alla ribalta nazionale per aver affermato: “Se necessario per salvare l’ospedale di Leonforte sono pronto anche a imbracciare i fucili”. Inizialmente a Nissoria, poi a Leonforte, Padre Pernicone è stato punto di riferimento non solo religioso ma sociale, politico e umano. Durante il suo sacerdozio - oggi si gode il suo meritato riposo a Nissoria - gli è toccato di vivere anni pieni di eventi, amicizie, lotte. Risponde sempre al bisogno degli ultimi. Attorno a lui la comunità dove svolgeva il suo mandato sacerdotale si univa. Disponibilità, creatività e ingegno: Don Benedetto Pernicone ha sempre testimoniato, con la propria vita, la forza che viene solo da Dio. Una voce e sorridente figura. Vive con gioia la buona novella. Vive il Vangelo e lo diffonde con grande messaggio. Lo fa con la gente che lo incontra e con quelle che lo vanno a cercare. Lo fa con la fede profonda, gioiosamente, con umiltà, senza mai un qualunque umano compiacimento, con entusiasmo, col sorriso sulle labbra, aperto e cordiale, ma soprattutto con tanto amore. Un uomo che non conosce niente di più entusiasmante di Dio e testimone eroico della vita del buon Vangelo.






Calcio la Leonfortese festeggia 50 anni di storia


(Posted on 3 settembre 2017 by Ennapress in Calcio

Una questione di cuore. La Leonfortese fu fondata il 16 ottobre del 1967 ma fu subito leggenda, palingenesi bianco-verde, confine per l’eternità. Sempre vivi… Un modo di essere. Una filosofia che ha un nome: APD LEONFORTESE. 
La STAGIONE SPORTIVA 2017-2018 è una data storica per il club leonfortese: CINQUANTA anni di attività sportiva ininterrotta. Era l’anno 1967, esattamente il 16 ottobre, quando la Polisportiva Leonfortese (matricola n. 26.130) si iscrive per la prima volta a un campionato organizzato dalla Figc: da allora sempre presente segnando tante pagine di cronaca sportiva del calcio ennese. Tantissimi sono gli avvenimenti, i fatti e i nomi che hanno riempito la storia della Leonfortese e che sono rimasti stampati a caratteri d’oro nel Ghota di questa squadra, che… se la togli ai leonfortesi chissà che non provochi una rivoluzione… “Chi avrebbe mai pensato che il sogno di un gruppo di coraggiosi pionieri sarebbe durato così a lungo! E che quella figlia di un dio minore calcistico, che si destreggiava sui campetti di una Leonforte in bianco e nero, sarebbe diventata negli anni semplicemente la… LEONFORTESE!” L’A.P.D. Leonfortese ha vissuto il suo momento di apice in tutta la sua storia, grazie alla doppia promozione (anni 2011-2012-2013) passando dalla Promozione alla Serie D, raggiungendo per la prima volta questo storico traguardo. Il miglior piazzamento di sempre per la squadra leonfortese è il 7º posto ottenuto nel girone I della Serie D 2014-2015.
(Maurizio Di Fazio)


Calcio sabato prossimo 
la Leonfortese festeggia 50 anni

(Posted on 25 settembre 2017 by Ennapress in Calcio




Di fatto la Leonfortese è nata nel lontano 1966 (ma non era una società vera e propria)
Quest’anno resterà nella memoria dei calciatori, dei dirigenti e dei sostenitori bianco-verdi questo evento straordinario: “I festeggiamenti di CINQUANTA anni di vita dell’Apd Leonfortese”. Per onore di cronaca, anche se l’anno ufficiale di nascita della società è il 16.10.1967, di fatto la Polisportiva Leonfortese fu fondata nell’estate del 1966 e aveva già disputato la prima “Coppa Città di Leonforte” (in seguito denominato “Torneo Italia”). La storia bianco-verde vera e propria ebbe inizio ufficialmente nel lontano 14 settembre 1967 grazie a un gruppo di pionieri che avevano “fame” di calcio (Salvatore Rindone, Nello Sciuto, Alfio Guliti, Placido Villari, Gaetano Crimi detto Tano, Rino Vasta, Nicolino Vitale, Saverio Greco, Andrea Vinciprova, Paolo Salerno). Tantissimi sono gli avvenimenti, i fatti e i nomi che hanno fatto la storia della Beneamata Leonfortese: molti sono scolpiti nella memoria di tanti sportivi leonfortesi, di altri rimane un ricordo lontano e sbiadito. Alcuni rappresentanti di questa grande storia purtroppo non sono più tra di noi, ma vivono sempre nei cuori dei tifosi. La nascita del sodalizio bianco-verde è stato un fatto culturale vero e proprio, un tassello che si aggiunge ad altri nella ricostruzione della storia di Leonforte (Città del Casato dei Branciforti, la vetusta Tavi). All’inizio della sua attività la Leonfortese fu ospitata nei locali della sartoria di Alfio Guliti al numero civico 109 di Corso Umberto (oggi studio tecnico geom. Rindone). La Polisportiva Leonfortese ebbe come prima sede ufficiale i locali in Corso Umberto 444-446, dove da sempre svolge la propria attività, l’Autoricambi Stanzù. Curiosamente negli anni ’90 l’Autoricambi Stanzù (oggi gestita da Filippo Stanzù) ha ospitato, sempre negli stessi locali, la sede dello Sporting Club Leonforte, storica squadra leonfortese di volley. La seconda sede ufficiale fu ubicata al piano terra dell’edificio del signor Nunzio Innico (C.so Umberto n. 273); alla quale seguirono (e per molti anni) quella dell’edificio del geometra Nini Di Franco (Corso Umberto n. 394) e poi, una dopo l’altra, le tre sedi di via Campo Sportivo, rispettivamente ai numeri civici 6 (quest’ultima è oggi lo studio dell’avvocato Nunzio Baja), 71 (sede-discoteca), 49 (presidenza Filippo Ferlito). Dal 2009, con l’avvento della gestione Buono, la sede sociale è stata trasferita nel Nuovo Campo Sportivo Comunale (Contrada Mongiafora n. 113). “Quando un tifoso non ha più senso del suo passato sportivo si spegne… Ripercorrere il passato costituisce il futuro”…

(Maurizio Di Fazio)

Calcio Giovanile La promessa leonfortese Emanuele Novembre sogna il grande calcio
(Posted on 26 settembre 2017 by Ennapress in Risultati)   

La promessa leonfortese Emanuele Novembre sogna il grande calcio
Per il giovane calciatore Emanuele Novembre il sogno del calcio professionistico pare avverarsi
Il sedicenne Emanuele Novembre (ex giocatore dell’Apd Leonfortese) di ruolo attaccante ha iniziato il suo secondo campionato nazionale Berretti tra le fila della mitica Reggina 1914, squadra amaranto allenata da Pietro Armenise (il campionato Beretti è un torneo semiprofessionistico giovanile riservato alle squadre di Serie C, su copia del campionato Primavera). Cresciuto sotto la guida tecnica di Giuseppe Germanà, Novembre ha iniziato la sua carriera “professionistica” nel 2014. Si è trasferito a Torino nell’ottobre del 2014 – grazie ai sacrifici economici dei genitori – allenandosi presso il C.F.G.C. (Centro formazione giovani calciatori) che tra i suoi tecnici vede anche l’ennese Sergio Colajanni che ha notato il giovane atleta facendolo trasferire a Torino. Il Centro formazione giovani calciatori è la storia di un ragazzo diventato progetto. Il ragazzo è Vincenzo Catera, il progetto è la scuola di perfezionamento calcistico che ha già lanciato decine di ragazzi nel calcio professionistico. Catera e il suo staff di primissimo livello lavorano a Torino e a None, dove formano alle esigenze del professionismo i giovani talenti provenienti da tutta Italia, selezionati grazie a una capillare rete di coordinatori nazionali e messi in mostra tramite raduni e amichevoli. Il C.F.G.C. si occupa dei sui giovani tesserati a 360 gradi: le strutture recettiva sono a None, una scelta strategica a pochi minuti da Torino, e sono attive convenzioni con le migliori scuole statali del territorio. Emanuele Novembre è un ragazzo dalle importanti qualità tecniche-tattiche. Mobile e scattante fa reparto da solo. Molto forte tecnicamente ed abile nell’uno contro uno. Inarrestabile, velocissimo, caparbio, cattivo, preciso e potente.

(Maurizio Di Fazio)



Consorzi di Bonifica, 
la riforma è stata approvata


(Posted on 26 settembre 2017 by Ennapress in Ambiente

RIFORMA APPROVATA!
Sono attivi i Consorzi di Bonifica di Sicilia Orientale e Occidentale.
“Decreti attuativi approvati”

Ridotti da 11 (istituiti con L. R. n. 45/95) a 2 i Consorzi di Bonifica in Sicilia. Con Decreto Presidenziale n. 467 del 12.09.2017 sono costituiti il Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale e il Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, di cui all’articolo 13 della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5. Il Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale accorpa i consorzi di bonifica: 1 Trapani, 2 Palermo, 3 Agrigento, 4 Caltanissetta, 5 Gela e i loro rispettivi comprensori. Il Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale accorpa i consorzi di bonifica: 6 ENNA (fornisce acqua idrica e irrigua a 5 mila utenti), 7 Caltagirone, 8 Ragusa, 9 Catania (ricordiamo che il Consorzio n. 9 di Catania è il più grande d’Italia. Su 60 mila ettari di campagna fornisce acqua a 20 mila utenti), 10 Siracusa, 11 Messina. L’articolo prevede, inoltre, la salvaguardia dei livelli occupazionali (personale a tempo determinato e a tempo indeterminato). Gli effetti della costituzione dei nuovi consorzi si determinano dalla data di adozione dello Statuto. Il decreto n. 467 del 12.09.2017 – della cui esecuzione è incaricato l’Assessore Regionale all’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della Pesca mediterranea, sarà pubblicato per esteso nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (Gurs) e per estratto sul sito internet della Regione Siciliana ai sensi e per gli effetti della legge regionale 12 agosto 2014, n. 21, art. 68, comma 4. Il Commissario Straordinario in carica dei Consorzi di Bonifica della Sicilia ing. Francesco Greco (dirigente di terza fascia dell’Amministrazione regionale) è onerato dell’espletamento di tutti gli adempimenti conseguenti e derivati dal presente decreto entro e non oltre il 31 dicembre 2017. Laddove la massa passiva nei due nuovi Enti, risulta di natura ed entità tali da non poter essere estinta con il solo gettito della contribuenza consortile, l’Assessore competente – ai sensi della L. R. 11 agosto 2017 n. 15, articolo 8, comma 5 – sottopone alla Giunta regionale, su proposta del Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale, un programma di intervento finanziario e normativo per il relativo ripianamento. I Consorzi di Bonifica siciliani (nacquero – siamo negli anni trenta – in tutta Italia grazie a Benito Mussolini) sono Enti Pubblici economici a struttura associativa (non sono dunque soggetti alle disposizioni sul fallimento), dotati di autonomia funzionale e contabile e di potere regolamentare, che operano in conformità delle leggi e secondo criteri di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità; soggetti alla vigilanza della Regione Siciliana. I Consorzi siciliani (oggi diventati due) sono lo strumento attraverso il quale la Regione Siciliana, nell’ambito dei programmi per la difesa, conservazione e tutela del suolo, per la valorizzazione del territorio, per lo sviluppo della produzione agricola e dell’irrigazione e per la tutela dell’ambiente, promuove ed organizza la bonifica come mezzo permanente di difesa, conservazione, valorizzazione e tutela del suolo di utilizzazione e tutela delle acque e salvaguardia dell’ambiente. L’obiettivo della riforma è rilanciare i consorzi, ampliare le superfici irrigate e quindi ridurre le tariffe a carico delle imprese agricole, e avviare un processo di riordino delle funzioni e di migliore utilizzo della forza lavoro, anche quella stagionale. I Consorzi di Bonifica in Sicilia rappresentano la condizione primaria e necessaria per il mantenimento e lo sviluppo dell’agricoltura. L’agricoltura e la più grande realtà produttiva della Sicilia.

(Maurizio Di Fazio)


Follie di fine estate di Samuele Cau
(AUTORE DI ORIGINE LEONFORTESE)

(Posted on 28 settembre 2017 by Ennapress in Libri)  

Follie di fine estate di Samuele Cau
(AUTORE DI ORIGINE LEONFORTESE)
“Follie di fine estate” di Samuele Cau (nella foto) narra le vicende di Santo, figlio di emigrati italiani, che dall’Argentina torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove intraprende un viaggio nella storia, fino all’eccidio di Marzabotto… In fuga dal duro regime dittatoriale argentino, Santo Bellomo fa ritorno a San Vito Lo Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori, emigrati, avevano lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale era alle porte. L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza da parte di un caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia, due personaggi che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno in un viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di un episodio della Storia che li ha segnati tutti in modo incancellabile: la strage di Marzabotto. È questa la storia raccontata da Samuele Cau in Follie di fine estate (Bonfirraro), un romanzo ironico e ricco di nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un difficile fatto del passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e forte. Come scrive Alessandro Cannavò: “I legami di amicizia che si annodano, conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e vernacolare, preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. L’autore fiorentino (di origine leonfortese), classe 1967, ha vissuto in Marocco, in Spagna, nell’Estremo Oriente e in sud America e, nel suo romanzo d’esordio, mescola le tradizioni culturali e i ricordi popolari che ha incontrato nei suoi viaggi, mettendo in contatto tra loro popolazioni lontane e diversissime.

(Maurizio Di Fazio)


Riforma dei Consorzi di Bonifica Siciliani, atti con gravi incongruenze e difformità?
(Posted on 29 settembre 2017 by Ennapress in Ambiente

Riforma dei Consorzi di Bonifica Siciliani, atti con gravi incongruenze e difformità?
Decreto Presidenziale 12 settembre 2017: “Approvazione dello schema tipo di statuto dei Consorzi di Bonifica” (Gurs – venerdì 29 settembre 2017 – Anno 71 – Numero 41 – parte prima) Dopo quattro anni in cui si è tenuta nei cassetti, la riforma dei consorzi di bonifica ha subito nelle ultime settimane una improvvisa accelerazione con atti che appaiono incongruenti ed illegittimi. Ad evidenziarlo è una dettagliata interrogazione presentata dalla deputata regionale di Forza Italia, Bernardette Grasso. “La riforma che si vorrebbe attuare – afferma la parlamentare – certamente vanificherà il raggiungimento delle finalità che hanno guidato il Legislatore nell’emanare la predetta legge e determinerà enormi costi per la collettività. Quando, viceversa, come è nello spirito della Legge, si sarebbe dovuto pensare ad una riforma utile ad adeguare i servizi di bonifica e di irrigazione alle attuali esigenze dell’agricoltura”. Appare quindi irrinunciabile effettuare una attenta riflessione sulle legittimità ed efficacia dei predetti atti amministrativi emanati nell’ambito della procedura di riforma in atto, in modo da permettere ai nuovi Enti di poter nascere su basi solide, sia dal punto di vista giuridico che organizzativo ed economico e, di conseguenza, riuscire ad assicurare servizi efficienti e produttivi in favore dell’utenza. I Consorzi di Bonifica hanno il compito di realizzare e gestire opere di difesa e regolazione idraulica, di provvista e utilizzazione delle acque a prevalente uso irriguo, interventi di salvaguardia ambientale. I Consorzi svolgono quindi un’attività polifunzionale, mirata alla sicurezza territoriale, ambientale ed alimentare del Paese, contribuendo in tal modo ad uno sviluppo economico sostenibile. A difendere gli interessi dei Consorzi di Bonifica è l’Associazione nazionale ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), con personalità giuridica privata, che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di Bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario operanti in Italia. Questo in sintesi sono le opere realizzate e gestite dai Consorzi siciliani: superficie territoriale Regione Siciliana Ha. 2.570.723, Superficie Consorziata Ha. 2.374.474 (% 92,36).
P. S.
Il testo completo della Legge di riforma: OGGETTO: Riforma dei Consorzi di Bonifica Siciliani
Con l’art. 13 della L.R 28/01/2014, n. 5 il Legislatore Regionale ha previsto la riforma
dei Consorzi di Bonifica Siciliani attraverso l’istituzione di due soli Consorzi (Occidentale ed Orientale) per l’interno territorio regionale, demandando alla Giunta Regionale l’approvazione dello Statuto e del Regolamento di organizzazione dei due istituendi Consorzi, da predisporre a cura dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, atti che dovevano essere adottati entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. Con deliberazione della Giunta Reg.le n° 325 dell’08/08/2017 è stato approvato lo schema tipo di Statuto e con deliberazione n° 326 dell’08/08/2017 e n° 385 del 12/09/2017 è stato approvato lo schema tipo di Regolamento. Quindi con D.P Reg. n. 467 del 12/09/2017 è stato approvato lo schema tipo di Statuto e sono stati costituiti i Consorzi di Bonifica Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale e con successivo D.P. Reg. n. 468 del 13/09/2017 è stato approvato lo schema tipo di Regolamento. Ad un primo esame i predetti atti regolamentari, sembrerebbero evidenziare gravi incongruenze e difformità:
1. Difformità nella strutturazione organizzativa dei due Consorzi
Per il Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale sono state previste n°8 aree, mentre per quello Occidentale solo 6. Tale difformità tra i due Enti genererà disparità di trattamento e non se ne comprendono le motivazioni, in quanto le attività consortili da sempre espletate sono le medesime in tutti i Consorzi. Ciò potrebbe ingenerare la nascita di contenziosi da parte dal personale, con inevitabili danni per la P.A.
2. Le procedure di individuazione delle figure apicali (direttore generale, dirigenti, capi settore etc.) per l’organizzazione gerarchica dei suddetti nuovi Enti, sono in palese ed evidente contrasto con i Piani di Organizzazione Variabili di tutti i Consorzi accorpati, a suo tempo regolarmente approvati dalla Giunta di Governo, facendo riferimento solo ai vigenti Contratti di lavoro. E’ noto, difatti, che la posizione gerarchica è data dalla qualifica e, a parità di questa, dalla anzianità di servizio nella stessa. L’assenza di tale previsione creerà ulteriori disparità, in quanto si vorrebbe non tener conto del diritto di anzianità nella mansione ormai acquisito da ciascun lavoratore presso gli Enti accorpati, con conseguenti contenziosi e danni per l’Amministrazione. E infatti non a caso l’art. 8 della L.R. n° 16 del 11/08/2017 ha previsto, al comma 6, che per l’attuazione dell’accorpamento dei Consorzi non trovano applicazione le disposizioni di cui all’art. 24 della L.R. 45/95 che, invece, ben disciplinava le procedure di individuazione delle figure apicali stabilendo che per la nomina del direttore e di tutte le altre figure apicali si doveva procedere considerando il diritto di anzianità e la posizione giuridica. Da mesi, stante al gossip che di solito precede le nomine, si “fantastica” sui possibili papabili alla nomina di direttore generale dei due nuovi Enti e, tra questi, si vocifera la possibilità che vengano nominati Direttori, funzionari già in servizio, i quali pare posseggano titoli ed anzianità inferiori rispetto ad altri. Se così fosse, si vorrebbero capire i criteri che stanno alla base di tali nomine.
3. Il decreto di istituzione dei nuovi Enti (D.P. Reg. n° 467 del 12/09/2017) ha stabilito che i componenti del consiglio d’amministrazione ammontino al n° 9. Tale previsione statuaria risulta illegittima in quanto non tiene conto della norma vigente e cioè dell’art. 13 della L.R. 45/95 che, così come modificato dall’art. 33, comma 2, della L.R. n° 2 dell’08/02/2007, prevede che “il Consiglio di Amministrazione è formato da 5 componenti di cui 3 eletti dall’assemblea dei consorziati e 2 nominati dalla Giunta Regionale, 1 dei quali con funzione di Presidente”. Risulta palese che, tenuto conto delle fonti del diritto, un decreto, sia esso presidenziale che assessoriale, non può modificare una norma di legge votata dal Parlamento Regionale.
4. Difformità nella tempistica delle attività propedeutiche all’entrata in funzione dei nuovi Enti. Nello schema di regolamento tipo, approvato con D.P. Reg. 468/2017, vengono assegnati al Commissario straordinario, ai fini del completamento dell’iter per la piena operatività dei due Consorzi, n° 180 giorni, mentre con il decreto di costituzione dei medesimi due Enti viene stabilito che detto percorso venga completato entro e non oltre il 31/12/2017.
5. Disposizioni transitorie confuse a tratti contorte e probabilmente inattuabili. · Da un lato si dice che il personale mantiene il trattamento economico e giuridico posseduto nei Consorzi accorpati e dall’altro non si tengono in debito conto le procedure previste nei Piani di Organizzazione Variabili in atto vigenti nei medesimi Enti; · Il Commissario Straordinario esercitando tutte le funzioni, che in base allo Statuto e al Regolamento sarebbero di competenza del Presidente, del Consiglio di Amministrazione e del Direttore Generale, accentrerebbe dunque in sé tutte le mansioni di ordinaria e straordinaria amministrazione e potere gestionale. · Tempistica degli adempimenti in capo al Commissario che, oltre ad essere incongruente con il termine fissato in decreto per l’esecuzione degli stessi adempimenti, come prima detto, appare assolutamente inverosimile ed inattuabile. Non è infatti neanche lontanamente pensabile né possibile effettuare, entro 60 giorni, la ricognizione della situazione patrimoniale, economica, finanziaria, dei rapporti giuridici (attivi e passivi), del contenzioso, del personale, effettuare il piano di riorganizzazione funzionale e finanziario (alienazione dei beni mobili ed immobili, individuazione dei possibili componimenti bonari e/o transattivi, rinegoziazione ed efficientamento dei costi per beni e servizi, etc.) e tanto altro ancora. La mancanza di chiarezza e di corretta programmazione determinerà confusione, lungaggini e danni economici. · Allo stesso modo non è certamente possibile pensare di redigere entro 180 giorni, e quindi oltre il termine del 31/12/2017 fissato in decreto, il Piano di Organizzazione Variabile, il Piano di Classifica e di Riparto, il Regolamento per la gestione patrimoniale e finanziaria, il Catasto consortile, il Regolamento elettorale , l’elenco degli elettori e tanti altri importanti adempimenti indispensabili per la normale e regolare operatività dei nuovi Enti. Solo per avere idea di che si parla si pensi che per dotarsi del solo piano di classifica i vecchi Consorzi hanno impiegato diversi anni con impiego di risorse, anche economiche, notevoli. · Adozione del Piano normativo e finanziario per il ripianamento delle passività nebulosa, farraginosa ed incerta. Ciò determinerà l’automatico passaggio ai nuovi Enti di tutta la gran mole di contenzioso, risalente ad anche trent’anni addietro, che ne decreterà la paralisi gestionale in brevissimo tempo. · Confusione nell’adozione dei Piani, dei Regolamenti, nell’emissione dei ruoli, del servizio di tesoreria, nelle funzioni dei Collegi dei Revisori, etc. Alla luce di quanto su evidenziato, la riforma che si vorrebbe attuare certamente vanificherà il raggiungimento delle finalità che hanno guidato il Legislatore nell’emanare la predetta legge e determinerà enormi costi per la collettività. Quando, viceversa, come è nello spirito della Legge, si sarebbe dovuto pensare ad una riforma utile ad adeguare i servizi di bonifica e di irrigazione alle attuali esigenze dell’agricoltura. E allora appare irrinunciabile effettuare una attenta riflessione sulle legittimità ed efficacia dei predetti atti amministrativi emanati nell’ambito della procedura di riforma in atto, in modo da permettere ai nuovi Enti di poter nascere su basi solide, sia dal punto di vista giuridico che organizzativo ed economico e, di conseguenza, riuscire ad assicurare servizi efficienti e produttivi in favore dell’utenza, scongiurando contenziosi e danni per la P.A. che già si profilano all’orizzonte. È desiderio della sottoscritta conoscere le ragioni per le quali una riforma tanto importante, che si sarebbe dovuta attuare in 120 giorni e rimasta a giacere per quasi quattro anni, stia subendo un’accelerazione tanto vertiginosa.
(MAURIZIO DI FAZIO


 Leonforte, festa per i 50 anni della Leonfortese

Posted on 6 ottobre 2017 by Ennapress in Calcio

50 anni fa, in una tiepida giornata di settembre spuntò la luce della Leonfortese
Una giornata che cambiò la storia del calcio leonfortese…
Successe a Leonforte mezzo secolo fa (correva il 14 settembre del 1967), quando alcuni pionieri del calcio fondarono l’Associazione Polisportiva Leonfortese – Incipit “Una delle società più antiche della Sicilia”. Quasi a significare l’importanza della ricorrenza, a Leonforte sabato 30 settembre u.s. sono arrivate tantissime autorità sportive: Santino Lo Presti (presidente del comitato regionale), Paolo Rosso della Figc provinciale, il presidente dell’Aia Michele Cavatteri e provinciale Giuseppe Di Gregorio, Angelo Sberna del Coni, Massimiliano Bircler del calcio a 5.

50 anni riassunti in queste quattro pillole storiche:

–         L’associazione Polisportiva Leonfortese nell’agosto del 1971 partecipò a un torneo Internazionale in Svizzera, dove rimase per 12 giorni. Da Leonforte partì una comitiva di 26 persone – tra giocatori, allenatori e dirigenti – che furono ricevuti a Basilea dal signor Vincenzo Barbera, un leonfortese trapiantato in Svizzera presidente di un circolo di lavoratori leonfortesi con sede a Laufenburg, piccolo paese svizzero colonia di tanti leonfortesi. Le spese del viaggio e del soggiorno in terra svizzera della comitiva bianco-verde furono tutte a carico dei soci del circolo.

–         Nel 1986 la Leonfortese cedette Antonello Laneri al Licata di Zeman per la faraonica cifra di trenta milioni di lire. L’accordo della cessione fu formalizzato in Figc (Federazione Italiana Giuco Calcio) dall’allora presidente in carica della Leonfortese professor Gaetano detto Tano Santangelo, primo calciatore tesserato per l’Associazione Polisportiva Leonfortese.

–         Le prime porte del primo campo di calcio – delimitante il fondo del rettangolo stesso – dei primi pionieri del football leonfortese furono erette con traverse di legno (che sostituivano i tradizionali pali di legno) che una comitiva di giovanissimi leonfortesi (guidata dal giovane Tano Santangelo), girovagando, trovò abbandonati per terra (qualcuno afferma che furono rubati…) presso la Stazione Ferroviaria di Pirato (Leonforte).

(MAURIZIO DI FAZIO)


Leonforte si presenta il libro 
“Follie di fine estate”  
                                            
                                        Posted on 11 ottobre 2017 
by Ennapress in Libri 

L’appuntamento è per sabato 21 ottobre alle 18.30 presso Il Circolo Operai MS di Leonforte
Sabato 21 ottobre alle 18.30 presso Il Circolo Operai Mutuo Soccorso di Leonforte (C.so Umberto) si terrà la presentazione ufficiale in Sicilia del libro ”Follie di fine estate”, (Editoriale Bonfirraro) di Samuele Cau (AUTORE DI ORIGINE LEONFORTESE).
Dopo l’introduzione del presidente del Circolo Vincenzo detto Enzo Perrica, interverranno l’editore Salvo Bonfirraro, la professoressa Giovanna Maria (storica) e l’autore.
“Follie di fine estate” di Samuele Cau narra le vicende di Santo, figlio di emigrati italiani, che dall’Argentina torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove intraprende un viaggio nella storia, fino all’eccidio di Marzabotto… In fuga dal duro regime dittatoriale argentino, Santo Bellomo fa ritorno a San Vito Lo Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori, emigrati, avevano lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale era alle porte. L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza da parte di un caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia, due personaggi che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno in un viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di un episodio della Storia che li ha segnati tutti in modo incancellabile: la strage di Marzabotto. È questa la storia raccontata da Samuele Cau in Follie di fine estate (Bonfirraro), un romanzo ironico e ricco di nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un difficile fatto del passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e forte. Come scrive Alessandro Cannavò: “I legami di amicizia che si annodano, conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e vernacolare, preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. L’autore fiorentino (di origine leonfortese), classe 1967, ha vissuto in Marocco, in Spagna, nell’Estremo Oriente e in sud America e, nel suo romanzo d’esordio, mescola le tradizioni culturali e i ricordi popolari che ha incontrato nei suoi viaggi, mettendo in contatto tra loro popolazioni lontane e diversissime.
Leonforte lì 11.10.2017 MAURIZIO DI FAZIO



La crisi del libro… perché? “SE AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA”
                                            Posted on 14 ottobre 2017 
by Ennapress in Libri 



La crisi del libro… perché?
“SE AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA”
Le cifre delle statistiche offrono un quadro chiaro e amaro al tempo stesso: rispetto al 30% della Lombardia, la Sicilia copre solo il 10 per cento del mercato librario nazionale. Ancora una volta in coda la Sicilia. Da noi si legge poco e addirittura si legge male. Come dice la giornalista Monica Consoli: “Il piacere di tuffarsi dentro le pagine di un libro, la gioia e il fascino di “Entrare” dentro le parole di uno scrittore, di farle proprie e ancora riservata a pochi”. Nella nostra amata “terra” manca l’abitudine o meglio l’educazione alla lettura, il libro viene ancora visto come un genere sconosciuto o ancora peggio è considerato un’imposizione. Il verbo leggere non sopporta l’imperativo… Oltre a questo, esiste un altro problema che definisco culturale. Le nostre famiglie e le scuole (statali e private) non contribuiscono a fare nascere questa passione. Bisogna sensibilizzare i ragazzi a leggere i libri per innamorarsi della letteratura. Un altro problema della non lettura di un libro è la convinzione che l’autore che ha realizzato l’opera editoriale, deve regalare il libro. Fino a quando non si superano questi concetti “medioevali”, il libro non avrà mai il successo che si merita. Per superare questi concetti bisogna invogliare le persone ad incominciare a leggere. Bisogna organizzare continue feste del libro, tavole rotonde, presentazioni, progetti per il libro, organizzazione di “Caffè letterari”, stimolare la Regione Siciliana, i Comuni, le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi di Comuni a comprare libri per donarli ai giovani, ma solo ai giovani. Se i giovani sono spinti e stimolati certamente le cose andrebbero diversamente. Bisogna saper inculcare ai giovani fin da piccolissimi la passione dello scrivere e leggere continuamente. Perché la letteratura è lo specchio della società. SE AUMENTA LA CULTURA DIMINUISCE LA MAFIA. Oggi un po’ di risveglio, nella nostra provincia (oggi Libero Consorzio di Comuni di Enna), sta avvenendo, anche grazie a bravi Editori che stanno, con la propria passione e con la propria “tasca” scommettendo sui libri, come fanno da un po’ di tempo a questa parte l’editore barrese Salvo Bonfirraro (Bonfirraro Editore, già casa Editrice Bosè Giesse); il leonfortese Emilio Barbera (Euno Edizione); la casa editrice ennese “Mario Vetri Editore”, il Lunario (Srl Enna); Ettore Grillo Editore (Enna), Vetri, cav. Francesco (Enna) ed Paolo Mineo (Lancillotto & Ginevra Edizioni – Leonforte). Ho scoperto questo fantastico mondo solo da alcuni anni ad un’età direi abbastanza matura. Auguro a tutti di poter conoscere questo mondo. La passione che ti prende nel leggere un libro e/o scriverlo è stupendamente bello. Ai giovani consiglio di memorizzarsi questa frase: “Avere un libro tra le mani, sfogliarlo, sentirlo, odorarlo, è una cosa stupenda”. Invito tutti gli autori, editori e giornalisti dell’ennese a coalizzarsi tra loro, e non a cadere in quella bruttissima parola che si chiama “invidia”. Bisogna collaborare tutti insieme per cercare di far crescere altri autori, altri editori e altri giornalisti. Bisogna seminare oggi per raccogliere domani. Anche se a raccogliere saranno altri.

MAURIZIO DI FAZIO



Leonforte presentato il libro di Samuele Cau “Follie di fine estate”
Posted on 25 ottobre 2017 by Ennapress in Libri

Leonforte – Presentato il libro di Samuele Cau: “Follie di fine estate” - (Bonfirraro Editore)
Recensione al primo libro di Samuele Cau
E’ stato presentato sabato 21 ottobre, nella bella cornice del Circolo Operai Mutuo Soccorso di Leonforte 1881, il primo lavoro editoriale di Samuele Cau Follie di fine estate, alla presenza di un numerosissimo pubblico. L’autore è di origini leonfortesi per parte di madre. Si tratta di un testo per addetti ai lavori e curiosi che ricostruisce un capitolo della storia italiana. Il romanzo narra le vicende di Santo, figlio di emigrati italiani, che dall’Argentina torna in Sicilia, terra dei suoi genitori, dove intraprende un viaggio nella storia, complice la visita al sacrario di Marzabotto dove riposano i resti delle vittime dell’eccidio del 29 settembre 1944. In fuga dal duro regime dittatoriale argentino, Santo Bellomo, dopo essersi stabilito in Toscana, fa ritorno a San Vito Lo Capo, in Sicilia, la terra che i suoi genitori, emigrati, avevano lasciato molto tempo prima, quando la seconda guerra mondiale era alle porte. L’arrivo di Santo viene segnato dalla calorosa accoglienza da parte di un caro amico del padre e del padrone della locanda in cui alloggia, due personaggi che, insieme a un misterioso turista straniero, lo condurranno in un viaggio nella memoria collettiva alla scoperta di eventi della Storia che li ha segnati tutti in modo indelebile: la strage appunto di Marzabotto. Testimonianze forti, ricordi da non cancellare. Un romanzo ironico e ricco di nostalgia, una storia che celebra la liberazione da un difficile fatto del passato grazie a un legame umano ritrovato, inaspettato e forte. Come scrive Alessandro Cannavò – in quarta di copertina – “I legami di amicizia che si annodano, conditi da profumi e sapori culinari e da uno spirito goliardico e vernacolare, preparano a fuoco lento risposte a tormenti esistenziali”. Il libro narra anche della vicenda sentimentale-letterario che si instaura tra l’autore e la sua amata compagna Lucia. L’autore fiorentino (di origine leonfortese), classe 1967, ha vissuto in Marocco, in Spagna, in Estremo Oriente e in Sud America. Nel suo romanzo d’esordio, mescola le tradizioni culturali e i ricordi popolari che ha incontrato nei suoi viaggi. Il dibattito, moderato dall’editore barrese Salvo Bonfirraro (organizzatore dell’evento), ha ripercorso le tappe della nascita del libro (merito va dato al leonfortese Salvatore Roberti che è stato il collante tra l’editore e l’autore); vivace il contributo di riflessioni dato dai protagonisti della serata: lo scrittore Samuele Cau e la storica Giovanna Maria. L’autore dopo i dovuti ringraziamenti e con un po’ di emozione ha esposto alcuni passaggi del libro. Giovanna Maria ha terminato il suo lunghissimo e interessantissimo intervento affermando: “Un lavoro editoriale pronto per diventare un libro di testo didattico!”. Dopo un intervento del professor Giuseppe Nigrelli (noto esponente della cultura leonfortese) e la lettura di un capitolo del libro fatta dal dottor Angelo Proto, la presentazione del libro – organizzata in collaborazione con lo storico circolo di mutuo soccorso leonfortese – è terminata con una serie di domande, da parte del dottor Angelo Formica, dell’editore Bonfirraro e della professoressa Maria a cui l’autore Samuele Cau, disponibilissimo, ha dato risposta. A conclusione della serata il presidente del circolo Vincenzo detto Enzo Perrica ha ringraziato i soci presenti e gli ospiti e con un prossimo arrivederci, ha ringraziato l’editore Salvo Bonfirraro. L’obiettivo dell’editore è quello di continuare a portare il libro nelle scuole. La serata ha visto pure la presenza in sala del professor d’arte e pittore leonfortese Pino Calì che ha distribuito “piccoli disegni tascabili” dei suoi tanti lavori contemporanei. Un maestro d’arte amatissimo dai leonfortesi, il quale definisce la pittura: “la migliore medicina”.
MAURIZIO DI FAZIO
P. S. Il Circolo degli Operai è stato fondato il 16 aprile 1881 in Via Cassarà 54 e dal 1884 ha stabile sede nei propri locali di Corso Umberto 163 con “lo scopo principale dell’affratellamento di tutte le classi operaie”, per cui il sodalizio fa parte dei Circoli Operai della Sicilia aderenti al CORES e “col promuovere, soprattutto, l’educazione e l’istruzione di ogni socio”.





Di scinnuta tutti i santi aiutanu, d’acchianata…
Verso la fine degli anni quaranta il collegamento stradale tra Leonforte, il Ponte Patrangelo e la Stazione Ferroviaria di Pirato (oggi Stazione di Leonforte) avveniva tramite una diligenza (mezzo sconquassato), che poteva trasportare fino a sei passeggeri. Tre posti in prima classe e tre posti in seconda classe, né di più né avrebbe potuto portare. All’arrivo a Pirato, ogni volta, gridando il nocchiero quantificava il ritardo accumulato (nonostante la tratta sia tutta in discesa) e annunciava che la direzione si scusava con i viaggiatori… Solo che a sentire sempre questa litania i passeggeri rispondevano: Vinnitilla! Non si potevano accettare sempre scuse e perdoni per una cosa che accadeva ad ogni viaggio. Si racconta che nelle ultime corse - al calar della sera - tratta Pirato-Leonforte, quando i due cavalli (uno di colore del mantello marrone chiaro, l’altro del mantello rossiccio), stanchi per aver trainato per tutta l’intera giornata la diligenza, il nocchiero era solito gridare, nelle vicinanze da Curva do Generale Trovato e/o nei pressi della Curva ‘U Monaco: “Viaggiatori di seconda classe...: Scinniti e ammuttati, i cavaddi nun ci la fanu cchiu...”. Questo era il pegno che toccava ai viaggiatori di seconda classe, per aver pagato la metà del prezzo del biglietto. Sarà vero?
Leonforte 28.10.2017                                                                  Maurizio Di Fazio
(Giornale Epoca 88)



Calcio giovanile La promessa leonfortese LELE continua a sognare  il grande calcio
 
Posted on 4 novembre 2017 by Ennapress in Calcio

La promessa leonfortese LELE continua a sognare  il grande calcio 
Tra i suoi maestri di calcio il professore Salvatore Bianchetti e il tecnico Francesco Lanzafame 

Il diciassettenne Emanuele, detto Lele, Novembre (ex giocatore dell’Apd Leonfortese) di ruolo attaccante ha iniziato il suo secondo campionato tra le fila della mitica Reggina 1914. Questo è il suo primo anno con la Beretti del tecnico Armenise (in questo periodo la squadra amaranto si trova in vetta alla classifica del girone Calabria-Sicilia, grazie agli assist e ai gol del giovane leonfortese Lele, che sta infiammando con le sue giocate i tifosi reggini). Le partite della Beretti si giocano al Villaggio Sant’Agata, dove c’è anche la foresteria. L’anno scorso il giovane Lele era negli Allievi e il mister Jorge Vargas (ex giocatore della Reggina, Empoli, Spezia) lo ha fatto giocare nella Beretti nelle settimane di riposo (grazie alla rete di Lele la Beretti ha vinto contro il Catania). Cresciuto sotto la guida tecnica di Giuseppe Germanà, Novembre ha iniziato la sua carriera “professionistica” nel 2014. Si è trasferito a Torino nell’ottobre del 2014 allenandosi presso il C.F.G.C. (Centro formazione giovani calciatori), che tra i suoi tecnici vede Tommaso “Ricky” Vailatti (ex giocatore del Torino) e anche l’ennese Sergio Colajanni. Ritornato in Sicilia, viene tesserato dal Catania 1980 del tecnico Giovanni Lanzafame, che lo mette in condizione di fare un campionato regionale (farà parte anche della rappresentativa regionale di categoria). Infine tramite il professore Salvo Bianchetti (ex tecnico del Catania calcio di Angelo Massimino) il ragazzo viene affidato al tecnico Francesco Lanzafame – allenatore calcio FIGC/Uefa B – che lo porta alla Reggina 1914. Secondo molti addetti ai lavori, il tecnico Francesco Lanzafame è uno dei più bravi tecnici del panorama calcistico dilettantistico siciliano (un tecnico che pare destinato a far parlare di sé). Emanuele Novembre è un ragazzo dalle importanti qualità tecniche-tattiche. Mobile e scattante fa reparto da solo. Molto forte tecnicamente e abile nell’uno contro uno. Inarrestabile, velocissimo, caparbio, cattivo, preciso e potente.
Leonforte, 4 Novembre 2017


51 ANNI DI STORIA 

BUON COMPLEANNO LEONFORTESE

Posted on 12 settembre 2018 by Ennapress in Calcio

51 ANNI DI STORIA
BUON COMPLEANNO LEONFORTESE
La data di nascita dell’Associazione Polisportiva Leonfortese è il 14 settembre 1967 (una lunga avventura cominciata nella sartoria di Alfio Guliti); fu al termine di un torneo estivo che il vulcanico professore Salvatore Rindone fondò l’A.P. Leonfortese (il professore venne eletto per acclamazione Presidente dai numerosi presenti). Per onore di cronaca, anche se l’anno ufficiale di nascita della Polisportiva è il 1967, di fatto la Leonfortese fu fondata nell’estate del 1966 (ma non era una società vera e propria) ed aveva già disputato la Prima Coppa Città di Leonforte, che vinse battendo in finale la Under 30. A conclusione della manifestazione, promossa dall’assessore allo sport Nello Sciuto, che tra tasse e offerte ricavò un attivo di 104 mila lire, furono create le basi economiche per fondare la Polisportiva Leonfortese. Lo Statuto fu redatto e registrato gratuitamente presso lo studio del Notaio Longo. Del primo direttivo facevano parte Placido Villari e Nello Sciuto (vice presidente), Gaetano Crimi, Rino Vasta, Alfio Guliti, Saverio Greco, Andrea Vinciprova, Nicola Vitale e Paolo Salerno (consiglieri). Il professor Rindone si dedicò anima e corpo alla Leonfortese che, guidata da Melo Pontorno, partecipò al campionato di terza categoria, classificandosi al secondo posto. La prima partita ufficiale dei bianco-verdi (matricola Figc n. 26.130) è stata disputata a Enna allo Stadio Generale Gaeta il 26 dicembre 1967 contro l’Amal Enna che vinse 1 – 0. Per la cronaca l’incontro si disputò sotto una fitta nebbia, anche se nel referto arbitrale si scrive di una giornata di sole. I primi completini della Leonfortese, per disputare il primo incontro, furono acquistati dalla dirigenza a Catania in un negozio di abbigliamento sito in Corso Italia di proprietà dell’ex giocatore del Catania Totò Calvanese. Le magliette erano prive dei numeri – notizia che ci viene data per certa da Alfio Guliti, il quale, essendo un eccellente sarto, nei giorni 24 e 25 dicembre, lavorando anche di notte, attaccò i numeri ai completini che, come sopra raccontato, furono usati il 26 dicembre per disputare la prima partita ufficiale. La prima partita vinta dalla Leonfortese in trasferta, porta la data del 7 gennaio 1968. L’incontro fu disputato a S. Anna (oggi Enna Bassa) dove la Leonfortese sconfisse 5 - 0 il Borsi Enna. Alcune stanze prese in affitto; situate nel fabbricato di via Torretta di proprietà del commendatore Pitanza, furono i primi spogliatoi della squadra bianco-verde. Nella sua lunga storia la Leonfortese ha disputato quasi tutte le sue partite interne e gli allenamenti settimanali al campo sportivo “Nino Carosia, un impianto che nel corso degli anni ha subito varie ristrutturazioni. I primi spogliatoi furono allocati all’interno di un prefabbricato (già usato) che i dirigenti Giacinto Di Fazio (geometra) e Tano Crimi (costruttore) acquistarono a proprie spese, dall’ICORI, un’impresa che in contrada Tumminella aveva realizzato il depuratore delle acque reflue. Qualche anno dopo, il prefabbricato, ormai obsoleto e inagibile, fu sostituito dall’attuale spogliatoio in muratura. La struttura originaria fu realizzata (in solo sette giorni) grazie all’impegno di dirigenti (sotto la presidenza di Angelo Vitale) e giocatori (su tutti Angelo Salerno, Mico Lopes, Pino e Eugenio Pellegrino) che a titolo gratuito misero a disposizione il loro tempo libero sia per la redazione del progetto e la direzione dei lavori (il geometra e dirigente Giacinto Di Fazio), sia per la costruzione vera e propria (i calciatori). Il materiale occorrente fu offerto da alcuni imprenditori leonfortesi: i quali fornirono sabbia, cemento e un autotreno di blocchi. La struttura veniva anche utilizzata come base logistica esterna da Radio Onda Libera, che trasmetteva le radiocronache, e le interviste finali, quando la Leonfortese giocava in casa. Il compianto fotografo Carlo Romano (proprietario di Radio Remo), da parte sua, si arrampicava sul tetto, filmava le partite e poi – a partire dalla sera stessa e per diversi giorni – le “proponeva” 24 ore su 24 a uso e consumo dei tifosi e dei curiosi, trasmettendole da un grande televisore collocato dietro la vetrina del suo studio di Corso Umberto n. 232.
(Maurizio Di Fazio)



Gli anniversari che ci appartengono e che hanno fatto la storia della Leonfortese

Accadeva quattro anni fa come ieri: il match Leonfortese vs Due Torri veniva trasmesso per tutti i 90' in diretta sulla Rai!

Per la cronaca, l'evento - valido per la sesta giornata di ritorno del campionato nazionale di Serie D, girone I (S. S. 2014 - 2015) - si concluse con la vittoria della Leonfortese, che ebbe la meglio sulla squadra messinese del Due Torri, per una rete a zero (gol del centrocampista Fabio Calabrese).
Artefice dell'iniziativa, con il suo impegno presso la Lega Nazionale Dilettante, fu l'allora Direttore Generale bianco-verde Antonio Russo (attuale Patron della Leonfortese) che permise a tantissimi leonfortesi sparsi per il mondo di assistere in diretta TV alla partita. 
Queste le parole del presidente attuale della Leonfortese Antonio Russo: "All'epoca il Delegato Nazionale della Serie D per il Sud, Giuseppe Dello Iacono, con il quale è rimasto un grande rapporto di amicizia, arrivò a dirmi che avrebbe assicurato la diretta Rai pur di non ricevere più le continue richieste"
La partita, trasmessa dalla Rai (RaiSport - Ore 14:30), Sabato 21 febbraio 2015 in tutto il mondo - arbitrata dall'arbitro internazionale signora Valentina Garoffolo della sezione di Vibo Valentia - si disputò sotto una fitta nebbia (evento insolito per il nostro paese).
L'evento "costrinse" un leonfortese residente in Germania a chiamare telefonicamente durante il match un parente (in quel periodo dirigente bianco-verde) e dirgli: "I vuliti astutari sti minch.. di fumogeni... nun si vidi nenti".
Il giovane emigrante scambiò la presenza della fitta nebbia con il fumo dei fumogeni...

Leonforte Venerdì  22.02.2019 (Giornale Epoca 88)



La leggenda del giornalista-giornalaio 





Fa parte della storia della Leonfortese anche la leggenda del giornalista-giornalaio Filippo Di Leonforte. Il raccattapalle Filippo Di Leonforte, era spesso “preso in giro” dai tifosi avversari, quando il buon Filippo (persona perbene) cercava di recuperare il pallone che usciva dal rettangolo di gioco, ma solo quando la Leonfortese si trovava in svantaggio, mentre quando la Leonfortese era in vantaggio, faceva finta di niente, e rimaneva seduto. Forse era questo suo modo di comportarsi che infastidiva i tifosi avversari, che decidevano allora di deriderlo al momento opportuno. Filippo è stato per Leonforte un personaggio anche fuori dal calcio. Tra le sue tante cose da ricordare la più curiosa, che tutti gli sportivi leonfortesi ricordano con più piacere, fu quando partì alla volta di Palermo, per sottoporsi alla visita medica militare. Qui durante il colloquio gli fu chiesto cosa facesse nella vita di tutti i giorni. La sua risposta fu: “Faccio il giornalista…”. Questa sua risposta incuriosì il Generale di turno addetto ai colloqui che gli chiese: “Per quale testata giornalistica lavora…”. A questa domanda Filippo Di Leonforte rispose così: “Lavoro per Don Vito… distribuisco giornali”. Dopo questa risposta al Generale non rimase che dire: “Allora non fai il giornalista, ma il giornalaio porta a porta”. Filippo Di Leonforte controbattè così: “Perché tra il giornalista e il giornalaio che differenza c’è… sempre di giornali si occupano”.

Leonforte Martedì  05.03.2019 (Giornale Epoca 88)






IL DERBY 
Un delicatissimo Derby tra la Leonfortese e la Branciforti fu annunziato in sella ad un cavallo (anche questo fa parte della storia ultra-cinquantennale bianco-verde) da Nino Licata (storico personaggio Leonfortese), che con un megafono - a titolo gratuito e di sua spontanea volontà, sicuramente per stemperare la tensione tra le due tifoserie - scendendo e risalendo il Corso Umberto. Nino annunziò per tutta la mattinata, che nel primo pomeriggio, allo stadio comunale Nino Carosia, si sarebbe disputato l’affascinante derby tra la Leonfortese e la Branciforti. L’annunzio, sicuramente venne annunziato nei modi che appartengono a Nino Licata – che noi tutti Leonfortesi conosciamo - come il miglior personaggio dello spettacolo che Leonforte abbia avuto.

Leonforte Domenica 10 Marzo 2019  - (Giornale Epoca 88)




Aneddoto curioso e divertente   



QUEL GIORNO AL NINO CAROSIA


Fu durante un derby che nacque a Leonforte la leggenda delle scarpette di Gianni Rivera. Il signore interessato dell’evento raccontò che durante un incontro tra il Catania di Angelo Massimino e il Milan che si disputava c/o il mitico Stadio Cibali di Catania, il grandissimo Golden Boy Gianni Rivera - che aveva dimenticato le scarpette a Milano - vedendolo sulle tribune lo chiamò, addirittura con il tu, e gli disse: “Ciao… Come stai… Hai per caso le scarpette che ti ho regalato quando ci siamo incontrati a casa mia a Milano? Le mie l’ho dimenticate!”

La risposta del protagonista leonfortese (tifoso del Milan) fu: ”Si le ho qui, le porto sempre con me in macchina, aspetta cinque minuti che le prendo e te le butto”.
 Clamoroso al Cibali? 


Sempre lo stesso personaggio si rese protagonista alcuni anni dopo, quando raccontò ad amici all’interno del famoso Circolo Operai di Mutuo Soccorso di Leonforte, che di ritorno da Roma da una gita familiare, mentre l’aereo stava per atterrare all’Aeroporto di Fontanarossa, affacciatosi al finestrino vide in diretta un gol di Gianni Rivera in rovesciata che portava il Milan in vantaggio sul campo del Catania.
Clamoroso al Cibali? 

(Giornale Epoca 88) Leonforte Mercoledì 27.03.2019




Quando  Salvatore La Porta salvò la Leonfortese


All’inizio della stagione 1997-1998 il presidente della Leonfortese, stanco dei continui anticipi per l’iscrizione della squadra ai campionati degli anni precedenti, chiese un contributo al Sindaco missino Salvo La Porta per salvare la società. Il primo cittadino, a nome dell’Amministrazione, gli venne incontro e due giorni prima della scadenza del termine ultimo con una propria ordinanza provvide all’iscrizione. La Porta, nell’ordinanza n. 73 del 10 luglio 1997, cita la casistica riconducibile all’articolo 5, comma 2, del Decreto legislativo 77/97 (dove si parla di danno irreparabile alla comunità) e scrive: “Considerato che la Leonfortese promuove l’attività senza scopo di lucro, suscitando vivo interesse tra i giovani, dunque tenendo lontane le varie generazioni da rischi delinquenziali; considerato che ancora l’amministrazione non ha approvato l’esercizio provvisorio, ordina all’Ufficio Ragioneria di procedere al mandato di pagamento di lire 16 milioni e 500 mila lire, la cui data di scadenza è fissata per le ore 12 del 14 luglio 1997”.

(Giornale Epoca 88) Leonforte Martedì 02.04.2019



Leonforte perde uno dei suoi sacerdoti più amati, è morto padre Benedetto Pernicone.
 
Leonforte perde uno dei suoi sacerdoti più amati, è morto padre Benedeto Pernicone.

La bella storia del prete che ha educato religiosamente tre popoli: regalbutesi, nissorini e leonfortesi…
Monsignor Benedetto Pernicone, nasce a Regalbuto (EN) il 9 marzo del 1923 (muore  a Leonforte il 13 Marzo del 2020 c/o Villa Maria). Anche lui, quindi subì le sorti del periodo bellico; anche lui, e forse più degli altri, provò i crampi della fame. Da adolescente fu un “ribelle” e un futurista. L’adolescenziale vocazione giunse presto, che servì con zelo, animato dalla carità pastorale. Dal 1955 al 1988 parroco di Nissoria, presso la Chiesa di San Giuseppe; poi arciprete della Chiesa Madre San Giovanni Battista a Leonforte, oltre che Cappellano dell’Ospedale “Ferro-Branciforti-Capra” di Leonforte, di cui è stato una figura importantissima per la sua difesa. Guidò da capopopolo – il comitato “Salviamo l’ospedale di Leonforte” – e, durante una delle tante proteste (siamo a inizio degli anni duemila), l’Arciprete salì alla ribalta nazionale per aver affermato: “Se necessario per salvare l’ospedale di Leonforte sono pronto anche a imbracciare i fucili”. Inizialmente a Nissoria, poi a Leonforte, Padre Pernicone è stato punto di riferimento non solo religioso ma sociale, politico e umano. Durante il suo sacerdozio gli è toccato di vivere anni pieni di eventi, amicizie, lotte. Rispondeva sempre al bisogno degli ultimi. Attorno a lui la comunità dove svolgeva il suo mandato sacerdotale si univa. Disponibilità, creatività e ingegno: Don Benedetto Pernicone ha sempre testimoniato, con la propria vita, la forza che viene solo da Dio. Una voce e sorridente figura. Viveva con gioia la buona novella. Viveva il Vangelo e lo diffondeva con grande messaggio. Lo faceva con la gente che lo incontra e con quelle che lo andavano a cercare. Lo faceva con la fede profonda, gioiosamente, con umiltà, senza mai un qualunque umano compiacimento, con entusiasmo, col sorriso sulle labbra, aperto e cordiale, ma soprattutto con tanto amore. Un uomo che non conosceva niente di più entusiasmante di Dio e testimone eroico della vita del buon Vangelo.
Maurizio Di Fazio




"Accadde a Novembre",
per i tipi Euno  book, è l'ultimo lavoro editoriale del professore
Giuseppe Sammartino. L'ex dirigente scolastico parla, attraverso questo suo romanzo d'esordio, della sua amata Sicilia di tanti anni fa, segnata da morte e miseria (siamo verso la fine del secondo conflitto mondiale). Una Sicilia che prova a risorgere dalle macerie post guerra. Il romanzo racconta le vicende di due giovani universalmente lontani per appartenenza sociale, il conte Luigi Mantegna e la popolana Francesca Prezzaventro. Una storia d'amore e di vita, 
ambientata in un paese che trae ispirazione, dalla città normanna di Troina. Un racconto di sintesi e genialità, di tradizioni culturali, di nostalgia e di ricordi popolari, raccontati in tempi rapidi e precisi, che rimarrà nel cuore dei lettori per sempre.

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Sammartino (laureato in filosofia), per i pochi che non lo sanno, é un noto scrittore, poeta, giornalista e politico di lungo corso. Un leonfortese cresciuto tra l'acqua, la creta, il calore e l'amicizia degli abitanti del quartiere della Granfonte, una delle più belle opere d'arte della Sicilia. Sammartino, oggi residente a Nissoria, é già autore di altre fatiche letterarie come "I vuoti dell'anima"(uscito nel 2010, con la recensione di Famiglia Cristiana), "Vivevamo di ideali" (libro autobiografico del 2013 con la prefazione del professore Giuseppe Nigrelli, edito dalla casa editrice Marna). 

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 24.11.2021)




MELZIBA

ALIAS CARMELO PONTORNO

“Ministro della comunicazione da sempre, da quando non c’era internet ad oggi periodo social”

Colui il quale ci ha raccontato la storia politica leonfortese degli ultimi cinquant'anni...

Nato a Leonforte il 22 marzo 1938, dove vive e opera, ex funzionario e addetto ai rapporti con la stampa all’Inail di Enna. Iscritto all’Albo dei giornalisti pubblicisti sin dal 1974, da oltre cinquant’anni è corrispondente dei quotidiani il Giornale di Sicilia e la Sicilia (attualmente scrive per quest’ultima). Ha collaborato con riviste e giornali regionali (Sicilia Tempo, Catania Sera, il Giornale del Sud, Orizzonti, Provincia di Enna, Il giornale di Leonforte dove è stato il Direttore), con Tv locali (Tele Enna e Azzurra Tv) e anche con Rai3 quando moltissimi anni fa ha partecipato, come inviato da Leonforte, a “Chi l’ha Visto?” - la nota trasmissione condotta da Donatella Raffai - nella puntata dedicata al “caso Trovato” (il nostro concittadino svanito nel nulla). Ha intervistato critici, presentatori, attori, politici e artisti che rispondono ai nomi di Vittorio Sgarbi, Pippo Baudo, Pino Caruso, Riccardo Cucciolla, Nando Gazzolo, Carlo Muscetta, Franco Battiato, Antonio Caponnetto, Angelo Scandurra, Liborio Termini, Vittorio Ribaudo. Viene dal mondo dello sport. Come calciatore ha militato nelle leonfortesi Unrras Casas, Libertas Leonforte, Stella Rossa e altre del Csi; da allenatore ha guidato Leonfortese – che ha contribuito a fondare nel 1967 e sua ultima esperienza (come Direttore Tecnico) -, Tavaca, Branciforti e Nissoria. “Il giornalista per Eccellenza”, sicuramente il migliore che Leonforte abbia avuto. Il quale in modo chiaro e professionale ci ha quotidianamente raccontato e continua a raccontarci, attraverso la raccolta di articoli (più di diecimila) e notizie, la storia e la politica leonfortese. Una delle penne più acute del giornalismo ennese. Non c’è giorno che il suo nome non appare sui giornali (inizialmente si firmava Melziba, oggi si firma Carmelo Pontorno). 


Un giornalista storico, innamorato del proprio lavoro, ma soprattutto della propria indipendenza. Sempre coraggiosamente se stesso. Ha incontrato sulla sua strada altri giornalisti locali, come Placido Villari, Rino Vasta, Jose' Trovato ecc…, e l'amicizia, quando è nata, è stata sempre il naturale esito di un rapporto franco e sempre leale. Uomo di tre passioni: giornalismo, politica e calcio, entrambe gli sono familiari. Professionista leale e corretto. Ha sempre scritto con lucidità, mai in modo faziosamente appassionato e di parte, la storia e i fatti di Leonforte. E’ anche un Benemerito del calcio leonfortese le cui cronache portano alla ribalta il calcio leonfortese a livello provinciale e regionale.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 03.04.2023)



Conosco il professore Giuseppe Sammartino detto Pino, figlio di artigiano, nato in uno storico quartiere popolare leonfortese (di cui, se ne vanta con orgoglio), da sempre.

Da quando faceva politica con ottimi successi all’interno della Balena Bianca ennese dei vari Gino Curcio, Calogero Lo Giudice e Michele Lauria. Ha iniziato la sua splendida carriera politica nel lontanissimo dicembre del 1973 assumendo la carica di delegato sezionale del movimento giovanile della Dc leonfortese, vivacizzando l’attività politica leonfortese attraverso un giornale denominato “La Granfonte”. Dirigente scolastico in pensione, un Brivaturaru cresciuto, tra l’acqua, la creta, il calore e l’amicizia degli abitanti di sua Maestà la Granfonte, una delle più belle opere d’arte della Sicilia. Nelle nostre innumerevoli telefonate settimanali, mi accennava sempre il fatto che ha lavorato tantissimo per la sua Leonforte e la sua Brivatura (alias Granfonte), e nessuno può smentirlo. E’ stato certamente uno dei migliori Sindaci che Leonforte abbia avuto. Al suo operato si deve il rifacimento del quartiere Granfonte con annessa fontana e Giardino delle Ninfe, l’ampio piazzale antistante il cimitero comunale, compresi i 700 loculi, lo sblocco della Nord Sud, la ristrutturazione della villa Gussio Nicoletti, l'installazione degli alberi d'arancio lungo il Corso Umberto (su suggerimento dell’Assessore ai Lavori Pubblici Michele Crisafulli), la sistemazione della Villa Bonsignore, lo sblocco dell'edilizia pubblica e privata e delle case in cooperativa e tanto altro. Quello, che oggi scrivo, è il ritratto un uomo e di un politico onesto, appassionato, innamorato della politica di servizio, che ha attraversato oltre quarant'anni di attività politica, nella sua piccola realtà locale, nella sua Leonforte (che lo ha visto per due volte sedere nello scranno più alto). La sua sindacatura, a dire di Mauro Crisafulli, è riuscita ad abbracciare da “protagonista assoluto” gli anni più delicati della storia politica italiana, cioè quella degli Anni di Piombo fino alla nascita della Seconda Repubblica. Da sempre, uomo libero, altruista, preparato, non conformista, ma soprattutto cattolico, moderato e popolare. Con un linguaggio semplice e accattivante che lo ha sempre contraddistinguo per onesta, passione e amore per la sua Citta Leonforte e la sua attuale cittadina di Nissoria, che attualmente lo ospita con orgoglio. Oggi è, un allenatore della politica, con quel vezzo di dare del Lei a giovani e giovanissimi, quasi a marcare lontananza e insieme rispetto reciproco.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 11.02.2025)



Nato a Catania l’11 gennaio del 1950, Salvo La Porta vive a Leonforte.


Laureato in Pedagogia, ha insegnato Filosofia e Scienza dell’Educazione presso il prestigioso Liceo Ginnasio Statale Nunzia Vaccalluzzo di Leonforte. Pare che tanti anni fa un preside lo abbia espulso dal Liceo per la sua attiva militanza all’estrema destra. Giovanissimo, aderisce alla Giovane Italia, associazione giovanile vicina al Movimento Sociale italiano, è nominato segretario provinciale del Fronte della Gioventù ed entra a far parte del Coordinamento Regionale per la Sicilia Orientale. Universitario a Catania, si iscrive al G. U.F. (Gruppo Universitario Stampa) ed entra nell’Esecutivo di Ateneo. Nel 1970, chiede la tessera del Movimento Sociale Italiano di Leonforte ed è chiamato a Enna alla direzione provinciale del partito. Il suo primo comizio, tenuto a Leonforte in Piazza Carella, fu per lui traumatico perché continuamente interrotto dal grido: “Fascista carogna, ritorna nella fogna”. Consigliere missino e capogruppo al Consiglio Comunale di Leonforte interrottamente dal 1975 al 1993, nel 1990 è nominato componente del Consiglio Nazionale del Lavoro del Msi-Dn e ricopre più volte la carica di Commissario Provinciale sia del Msi-Dn (Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale) che di An (Alleanza Nazionale). Nel 1996, anno de Congresso di Fiuggi e alla svolta del Msi-Dn, convinto sostenitore della svolta finiana, è tra i fondatori di Alleanza Nazionale nell’ennese e su indicazione dello stesso Fini ricopre la carica di commissario provinciale del partito. Dal settembre 2010, dopo aver vinto il ricorso presentato al Cga (Consiglio di Giustizia Amministrativa) di Palermo, subentrato al nicosiano Sergio Mattarella, è nominato consigliere provinciale e aderisce al Pdl terminando il suo mandato il 16 giugno del 2013. Così, il professore La Porta commentò la sua iscrizione fin da giovanissimo al partito della sua vita: “L’adesione al Msi-Dn ci fu dettata, allora, dalla ragione, che ci consigliava di mettere a tacere il cuore. I tempi erano cambiati e l’entusiasmo della nostra giovinezza non poteva essere mortificato sull’altare dei ricordi, che alla fine non erano neppure i nostri. La nostra vita politica era nel movimento sociale italiano che c’invitava ad andare avanti, avanti per l’Italia anche nella realtà ennese. Per parte mia, continuo a pensare che sono sempre gli uomini a fare camminare con le loro gambe le idee e gli uomini sono figli dei tempi che mutano di continuo”. Per molti anni, fino alla scomparsa di Alleanza Nazionale, ha ricoperto anche la carica di Presidente della Consulta Etico Religiosa. Così, parlando della destra ennese, ebbe ascrivere in una sua lettera aperta: “Noi proveniamo dal glorioso Msi (Movimento Sociale Italiano). Dopo non poche esitazioni, approdiamo ad Alleanza Nazionale per sacrificarci, confluendo nel Pdl. Nessuno può consentirsi di vilipendere la nostra storia. Apparteniamo al partito di Gino Ferrari e di Nino Buttafuoco. Siamo la destra ennese: la destra popolare e nazionale, abituata a stare all’opposizione, a fare minoranza, ma anche a governare orgogliosamente bene…”. La Porta rappresenta la perfetta evoluzione della destra conservatrice creata nell’immediato dopoguerra dal grande Giorgio Almirante; una destra che, legandoli e modernizzandoli, metteva insieme il radicalismo della sinistra con il radicalismo ontologico della destra. Uomo di valori, coerente e sempre in linea con le idee maturate nella prima giovinezza, nato per la politica, cresciuto con gente vera, Salvo ha fatto le battaglie culturali contro il conformismo ed è fortissimo il suo attaccamento alla causa dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani, dalmati. Politico del doppiopetto gessato, si distingue per la serietà e nobiltà del modus agendi e anche per gli abiti che indossa (ama spesso vestire in loden blu; ricercato, ma non tale da farlo definire uno snob). Quando parla (benissimo e con eleganza di parola e di pensiero), scalda le platee suscitando applausi a scena aperta. Lo conosciamo da molto tempo. Maurizio, in particolare, è legato a lui da antichissima amicizia e ama spesso raccontare di un malinteso sorto tra lui e il professore La Porta: “Nel periodo in cui ricopriva la carica di sindaco di Leonforte (metà anni novanta), mi ero appena fidanzato e come fanno tutti i fidanzati passavo parte della giornata con la mia ragazza, passeggiando in piazza San Francesco, alle spalle del Municipio. Mi capitava spesso di incontrarlo quando, allicchitato come al solito, posteggiava la sua scassata Renault 4 nei pareggi della piazza; lui, ogni volta che m’incontrava mi chiamava e con il gesto delle mani mi diceva: “Maurizio… Ok due!”. Mi venne il dubbio che volesse prendermi in giro per l’assidua presenza, mia e della mia fidanzata, in piazza San Francesco, per cui decisi che se avesse ripetuto quello che mi sembrava un segno di sfottò, gliene avrei chiesto ragione. L’occasione non si fece attendere. Venutami a trovare a due passi da lui, richiamai la sua attenzione e gli chiesi: “Salvo, perché mi prendi in giro, che significa questo OK, due?”. La risposta mi fece diventare rosso in faccia come un peperoncino: “Maurizio, credi per davvero che ti prendo in giro? Allora non hai capito niente di me! Fra cinque minuti, vai con la tua ragazza a leggere le deliberazioni di giunta attaccate all’Albo Pretorio del Municipio e troverai la risposta a questo Ok… sono due”. Ascoltai il suo consiglio e andai a leggere le deliberazioni dell’Albo Pretorio. Leggendole, mi crollò il mondo addosso e mi vergognai di me stesso. Davanti ai miei occhi, due delibere comunali con le quali venivano affidati a me e a mio fratello Sergio degli incarichi professionali. Ha sempre la battuta pronta. Gli piace camminare e a volte prende l’autobus per Catania solo per andare a fare una passeggiata in Via Etnea. Ride con gusto, ama dialogare e accoglie tutti con una cortesia d’altri tempi. Profondamente siciliano, chiama la Sicilia: la mia terra. Devotissimo alla Madonna Maria Santissima del Carmelo, si definisce un laico liberale cattolico. Lo studio della storia, il lavoro e la famiglia (oggi è un pensionato che si dedica ai nipoti), gli amici, la politica, sono queste le cose che riempiono la sua vita. Definisce la politica fatta con onestà e con il cuore la migliore medicina per tutti i mali. Politico di lungo corso, sin da giovanissimo, iscrivendosi al Fronte della Gioventù, dirige il suo impegno verso i giovani, in particolare verso gli studenti universitari. E’ sicuramente uno degli uomini politici ennesi più longevi e prestigiosi della Casa Comune della destra ennese. Missino nel senso più puro e onesto del termine, sempre incline a una appassionata apologia dell’idea fascista, ha una platea elettorale trasversale, di destra, di sinistra, di centro. Sindaco per un quinquennio di Leonforte, spontaneo interprete e promoter della politica del sorriso e del buonumore, è un mito per i giovani. Nutre un amore viscerale per Leonforte e la chiama pupilla ei miei occhi. Dinamico e giovanile nonostante l’età, è stato ed è tuttora un vivace e tenace alfiere della giovinezza. Così lo ha descritto il noto giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco: “E’ lo scrigno dentro cui si chiude la vita interiore di centinaia e centinaia di persone che ogni giorno incontrano il suo sorriso, la sua cura, la sua sollecitudine…”. In un’altra intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio di Giuliano Ferrara, così ancora Pietrangelo disse di lui: “Rappresenta il gentiluomo del racconto…”. Legatissimo a Nino Buttafuoco, cellula storica della destra italiana nonché suo maestro e padre spirituale, così dopo la morte di Nino, il La Porta, scrisse: “Ha insegnato qualcosa a ognuno di noi! Proprio due ore dopo la morte di Giovanni Paolo II si è spento Nino Buttafuoco. L’onorevole. Sempre così l’abbiamo conosciuto: l’onorevole! La battuta sempre pronta, il sorriso sornione; lo sguardo birbante, accattivante. Certamente, gli amici se li è saputi scegliere Lui.. Le migliori compagnie… sempre! E ora quest’ultimo viaggio… in compagnia del Papa! Quando un amico, un maestro, una guida non c’è più non si contano i pensieri che ti assalgono. Il suono della voce si insinua nelle orecchie; sembra che ti parli e ti dica quelle cose che non ti hai mai dette e che tu forse avresti voluto sentire dire e… ti struggi dal desiderio di dire quello ce non sei mai riuscito a dire! Una similitudine torna alla mente: la sera, di ritorno dai giri elettorali, si fermava estasiato a guardare la Sua Leonforte, il palazzo e le case accoccolate a fargli da corona con le loro lucine da presepio. Guarda - mi diceva - la chioccia coi pulcini! guarda! E ora la chioccia apre le sue ali per accoglierlo e farlo riposare per sempre! Addio… Leonforte tre aprile duemilacinque…”.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 25.02.2025)




ANGELO SALERNO detto Il Mister


Persona che sicuramente negli ultimi 30 anni ha scritto tra le pagine più importanti del calcio leonfortese. “A parte noi presidenti, che ci alterniamo nel corso della vita societaria - scriveva di lui Antonio Russo - se esiste ancora oggi la Leonfortese, si deve dire grazie al lavoro svolto da Angelino Salerno. Vera pietra miliare del calcio biancoverde, che da oltre trent’anni cura il nostro settore giovanile”.


Per tutti conosciuto come il “Mister”, dopo avere appeso le scarpe al chiodo ha dedicato tutta la sua vita alla crescita dei talenti locali. E grazie al suo importantissimo lavoro la Leonfortese è riuscita a venire fuori anche da momenti non certo facili. È stato e continua ad essere “uomo Leonfortese a 360 gradi” e quando chiamato in causa ha anche allenato la prima squadra prendendosi anche la soddisfazione di vincere la Coppa Trinacria.

Uomo di sport e grande motivatore, è stato e continua ad essere un punto di riferimento per tanti giovani non solo leonfortesi ma di un intero comprensorio. “Una figura come Angelo Salerno è un valore aggiunto non solo per una società ma per una intera comunità - scrisse di lui il Club Manager Riccardo Caccamo - quello che ha fatto e continua a fare Angelo per la comunità leonfortese è un lavoro impagabile e che merita di essere valorizzato anche dalle istituzioni. Se nelle nostre famiglie crescono bravi figli non come calciatori ma prima di tutto come uomini lo si deve a persone che decidono che la loro missione di vita è quella di trasmettere alle nuove generazioni attraverso lo sport dei sani valori. Ed Angelo Salerno è uno di questi. La Leonfortese ma soprattutto le famiglie leonfortesi possono stare tranquille di avere affidato i loro figli in buonissime mani”.

Il calcio giovanile leonfortese sta ad Angelo Salerno come Leonforte sta alla Granfonte (cit. Riccardo Caccamo). Senza alcun invidia il numero Uno, da sempre “testimonial” della prima squadra di Leonforte. Un galantuomo benefico, ma quando esplode è incontenibile. Si è sempre distinto per il suo impegno e la sua serietà verso i suoi ragazzi, che per lui scapolo, sono i suoi figli prediletti. Molto apprezzato da quanti lo conoscono, al punto che, quando si è parlato del “comprensorio” con Agira e Nissoria, i dirigenti della Leonfortese hanno quasi urlato: “Angelo Salerno non si tocca”. Per dieci stagioni consecutive, periodo 1999/2009, ha ricoperto tutti i ruoli di tecnico in seno alla Leonfortese dalla prima squadra ai pulcini, occupandosi pure del Centro di Addestramento Calcistico-Scuola Calcio. Durante queste stagioni ha svolto anche il ruolo di segretario, curando anche l’attività amministrativa dalla prima squadra al Ccb; sicuramente caso unico in Italia, se non uno dei pochissimi ad avere avuto in mano l’intera società. Insomma faceva tutto lui…! 

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 26.02.2025)



Dott. Pino Bonanno

Da calciatore, si è fatto valere militando nella mitica Tavaca di Leonforte di Enzo Barbera. Da politico, pur avendo idee di sinistra, ben radicate e chiare, ha elegantemente tenuto una posizione, se non al di sopra, di equidistanza tra le parti. Nato a Leonforte il 19 settembre 1957, laureato in Medicina e Chirurgia, medico dirigente presso l’Ospedale Ferro-Branciforti-Capra di Leonforte. Giovanissimo, s’iscrive al Pci (Partito Comunista Italiano) e dà inizio alla sua carriera politica, percorrendo tutte le tappe gerarchiche del partito, inizialmente come attivista, quindi come dirigente, con incarichi sempre più da responsabile: componente del direttivo, segretario sezionale, componente del direttivo provinciale e regionale. In politica, preferisce il classico ramoscello della pace: non appartiene alla diffusa categoria dei piromani, che appiccano il fuoco a proposito e a sproposito, ma a quella dei pompieri, sempre pronti, efficaci e rapidi nell’intervenire. Non ha un elettorato clientelare ed è molto apprezzato per la chiarezza delle idee, espresse con garbo signorile, solidamente ancorate a una cultura che auspica un sano equilibrio sociale e rifugge da sordidi, mistificanti traccheggi. Doti che l’hanno portato a ricoprire la carica di sindaco di Leonforte per ben due volte, dall’1.07.1990 al 27.08.1992 grazie al compromesso storico (primo in Italia) Dc-Pci, e dal 30.06.2008 all’8.06.2013. Nel secondo mandato, ottenuto dopo le elezioni a suffragio elettorale, batte in un serrato ballottaggio, l’ostico avversario dell’Mpa, Ones Benitende (uno dei più famosi e preparati avvocati penalisti della Sicilia). In precedenza, essendo sindaco il collega medico Carmelo Ilardo (Dc / area Ing. Giovanni D’Anna, che vedeva ben 4 consiglieri comunali democristiani presenti in consiglio: Nino Salamone, Ferdinado De Francesco, Giacinto Di Fazio e lo stesso Ilardo), aveva ricoperto, dal 15.01.1988 al 30.06.1990, la carica di vice sindaco. Nel 1992, tra le fila del Pci, è stato candidato alla Camera dei Deputati, Collegio Sicilia Orientale. In quella competizione, conseguì ottimi risultati (6.692 voti), anche se la sua candidatura era solamente di supporto al partito; allora, era il partito comunista, che decideva chi doveva essere eletto. Nel 2003, alle elezioni del 24 maggio per il Consiglio Provinciale, fu nel collegio Enna 2 (Sud) il primo degli eletti, tra le file della Margherita-Dl. Nel 2005, dopo due anni di presidenza Elio Galvagno (dimessosi perché eletto deputato regionale all’Ars), fu chiamato ad assumere la carica di presidente del Consiglio Provinciale per i restanti tra anni (amministrazione Cataldo Salerno). Al medico leonfortese andarono sedici voti, contro i sette del candidato della minoranza Carmelo Randazzo (Udc). Alle elezioni regionali del 28 ottobre del 2012, candidandosi con il Pd, tento' la scalata a Palazzo D’Orleans e con 2.030 voti fu il secondo della lista, preceduto dal dott. Mario Alloro (segretario provinciale del Pd); anche questa, una candidatura di supporto al partito.


(Giornale Epoca 88/ Leonforte  04.03.2025)



ING. GIOVANNI D'ANNA


Giovanni D’Anna è nato a Leonforte il 22 ottobre 1952. E’ laureato in Ingegneria. Ex funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune di Enna, iniziò a fare politica nelle file della Democrazia Cristiana ennese. Moderatore fortemente ancorato ai valori propugnati ed espressi dalla Democrazia Cristiana di De Gasperi.
Umile e concreto, silenzioso e riflessivo, umano e comprensivo, possiede una grande dote, la discrezione, oggi molto rara nel guazzabuglio di una politica sempre più sperticata e autoreferenziale e ascoltando e sapendo ascoltare fa spesso un passo indietro per dare a ognuno la possibilità di esprimere la propria opinione e il proprio punto di vista. Già vice presidente dell’Usl n. 20 di Agira, componente del Consiglio di amministrazione dell’IACP di Enna e della Commissione Edilizia di Leonforte.
Consigliere provinciale, per un quinquennio (periodo 1990-1994). Il 26 settembre 1990, sciogliendo la riserva, accettò l’incarico di Assessore provinciale all’Agricoltura nella giunta Psi-Dc-Psdi guidata dal socialista Eugenio Stefanizzi. Tra le iniziative da lui assunte, ci furono quelle di migliorare e potenziare la viabilità interpoderale provinciale e di stimolare l’agricoltura biologica, anche mediante corsi di formazione tenuti in collaborazione con l’Università di Catania. Modificò e ripristinò tantissimi tracciati stradali di penetrazione agricola. Il suo mandato di assessore provinciale terminò l’undici febbraio del 1992, dopo le irrevocabili dimissioni del presidente della provincia regionale di Enna dott. Stefanizzi. Successivamente, fu eletto Sindaco di Leonforte il 30 maggio 2003 con 6.538 voti (72,7% dei votanti) al primo turno, presentato e sostenuto dalle liste Margherita-Dl, Democratici di Sinistra (Ds), Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e Udeur.


L’attività dell’Amministrazione D’Anna, nel quinquennio 2003-2008, è stata molta proficua. Un particolare merito va riconosciuto al Sindaco D’Anna per aver ottenuto dal Ministero degli Interni l’istituzione a Leonforte del Distaccamento Permanente dei Vigili del Fuoco; da ricordare, inoltre, il rifacimento della rete idrica comunale (primo cantiere a partire in Sicilia, dopo l’istituzione delle Autorità d’Ambito / Ato Idrico), il potenziamento dell’illuminazione pubblica e l’urbanizzazione della zona nord del paese. Terminata la sua missione quinquennale di Sindaco di Leonforte, l’Ing. Giovanni D’Anna ritenne opportuno dedicarsi alla famiglia.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte  06.03.2025)



PAOLILLO FRANCESCO (centrocampista)

Come giocatore, ha ricoperto il ruolo di centrocampista (alcune volte, verso la fine della carriera, ha giocato anche da libero), mentre da allenatore, a partire dalla stagione 1997/98 ha diretto da tecnico per alcuni anni il Nissoria Calcio dei Glorioso in Prima Categoria. Ha esordito da calciatore appena giovanissimo nella Leonfortese, ma è uscito presto dai confini locali approdando prima al Ravanusa (Promozione), e poi via via al Pro Favara (Interregionale), all’Agrigento (Interregionale, dove qui fu soprannominato, per il modo di tirare le punizioni, “Il Platini di Agrigento”), al Cianciana (Promozione) e infine alla Nuova Plutia di Piazza Armerina (Promozione). Prima di appendere le scarpette al chiodo ha disputato alcuni campionati con la Leonfortese (Promozione). 


È cresciuto nello stesso periodo di Antonello Laneri. Insieme segnano valanghe di reti e i tifosi biancoverdi li soprannominano “I gemelli del goal”. Assieme all’amico Laneri, ha partecipato da protagonista, nell’estate del 1983, tra le fila del Petralia Sottana, al Torneo delle Madonie, il torneo calcistico estivo più importante del calcio dilettante siciliano, portando la squadra madonita al successo. Sempre assieme a Laneri, aveva giocano, siamo negli anni ‘80, nel Vizzini, grazie al prestito militare. È stato sicuramente uno dei migliori centrocampisti che Leonforte abbia avuto: oltre ad avere una perfetta visione di gioco, era in possesso di un piede destro “di ferro” che gli permetteva di lanciare i compagni e di calciare le punizioni anche da centrocampo (è stato capace di realizzare goal anche da oltre quaranta metri). Attualmente si occupa, con la sua Scuola Calcio, di scoprire nuovi talenti da lanciare nel mondo pallonaro. La terna biancoverde dei Paolillo nella Leonfortese del passato comprendeva anche i fratelli di Francesco, Pippo (difensore) e Filippo (centrocampista). Non mancavano mai ad ogni partita dei tre figli la mamma Nunzia La Bianca e la sorella Agatina.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte  04.03.2025)



IL BARONE ROSSO

Riguardo a Mirello Crisafulli, tra i tanti che di lui scrivono e parlano, c’è stato chi, si è espresso in questi termini: “Un politico del fare e del territorio che ha saputo reggere meglio di tanti altri i metodi della politica siciliana per evitare gli immobilismi tipici della nostra terra”. In questa affermazione troviamo il meglio e il peggio… Al di là di ogni definizione e/o classificazione relativa al valore politico (non sarebbe arrivato dove è arrivato se non fosse stato davvero in gamba), Crisafulli è un uomo di immenso carisma, concretamente rappresentato dai quattro nomi, nomina omina, che precedono il prezioso cognome (in Crisafulli è evidente la parola chrysós=oro; tutto il cognome, Crisafulli, sarebbe un diminutivo di Crisafi): Vladimiro, stando allo slavo Vladimiru o al germanico Waldemar, suppergiù “chi è celebre e governa con grandezza”, Benedetto: il nome si spiega da sé, Adolfo: dal nome germanico Adalwolf, “nobile lupo” e in senso lato “nobile guerriero”, “nobile protettore”, “nobile soccorritore”. Innocenti: non sembra essere il plurale di innocenti, ma quale che sia, eredita in ogni caso il senso principale del sostantivo innocenza da cui deriva: mancanza assoluta di colpa o responsabilità, morale e giuridica. Speriamo che Il senatore della nostra Terra voglia accogliere con un sorriso queste nostre stravaganze sui suoi quattro nomi.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte  11.03.2025 /Maurizio Di Fazio -Mimmo Riggio)




A cinque anni dalla sua morte, ricordiamo Monsignor Benedetto Pernicone, attraverso inediti, non inseriti nel libro “Benedetto Pernicone… Il sacerdote, l’uomo e il maestro”
(Autore: Maurizio Di Fazio /Bonfirraro Editore / Marzo 2023

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Benedetto Pernicone, monsignor di tutti…

Sociologo provetto, seppe comprendere e rispettare le profonde istanze di tre popoli: regalbutesi, nissorini e leonfortesi. Qualcuno afferma che la sua vera confessione avvenne al ritorno dall'Africa, segnato dalla malattia. Durante gli anni di studio a Roma, gli venne affibbiato il nomignolo di "Professorino". Scelse di vivere sempre in canonica, che per lui rappresentava una scuola di fraternità sacerdotale. Furono anni di gioia, preghiera condivisa e ministero, vissuti con serena e gioiosa amicizia. Giovani, ragazzi, anziani, fedeli e suore non gli fecero mai mancare affetto e stima, così come i suoi parenti regalbutesi, che in lui vedevano una guida familiare.
Ai ragazzi amava ripetere un insegnamento di vita: "Ovunque si vada, si entra in punta di piedi e si esce in punta di piedi".
Durante la sua permanenza a Leonforte, fu legatissimo a padre Salvatore Santangelo, tanto che qualcuno affermava che qualsiasi cosa dicesse padre Pernicone, per lui erano "parole di Dio".
Nel corso del proprio ministero religioso a Leonforte, insegnò "che l’artara di San Giusè, le tavolate che vengono preparate non sono altre che U cuonsulu di Bedda Matri”.
Fu protagonista di due importanti proteste per la salvaguardia dell’ospedale Ferro-Branciforti-Capra di Leonforte, iniziative che affrontò con una caparbietà tale che hanno travalicato i limiti della condizione umana. La prima, da lui guidata, vide la partecipazione di 200 catechisti che, tenendosi per mano, partirono dalla Chiesa Madre per raggiungere il vecchio campo sportivo Nino Carosia. La seconda manifestazione pro-ospedale, sempre sotto la sua guida, coinvolse oltre cinquemila persone.
Si recò più volte a Palermo, presso l’Assessorato alla Sanità, accompagnato dal sindaco e dagli amministratori comunali del tempo, per difendere l'ospedale di Leonforte. Uomo di grande integrità, era ossessionato dalla questione del pagamento delle spese di viaggio e, prima di sedersi a tavola, diceva sempre: "Si paga alla romana", rifiutandosi categoricamente di gravare sul Comune.
Il dottor Gaetano Algozino, nel richiamare un’intervista rilasciata da padre Pernicone nel 2012 (Note storiche-critiche in margine al progetto di revisione dei riti popolari della Settimana Santa in Leonforte), riportò queste sue parole: "Il popolo di Dio prima di ogni cosa, le tradizioni popolari prima di ogni piano pastorale, la fede arcana e genuina del nostro popolo prima di ogni arrogante pretesa clericale di trovare inutili spiegazioni teologiche in ogni cosa".
A chi gli chiedeva aiuto, rispondeva spesso con un’ironia carica di saggezza: "Il mio intervento a risoluzione del tuo problema prendilo come un no; se poi diventa un sì, sarà più bello per te che per me…".
Celebri anche alcune sue frasi:
• "Quando le cose vanno male, si deve pensare che potevano andare peggio…".
• "Pregate per le anime sante del Purgatorio".
Durante la sua permanenza a Leonforte, si adoperò per contrastare la presenza di alcune sette sataniche.
Fu grazie a lui che, tra il 1999 e il 2000, venne restaurato l’organo a canne della Chiesa Madre di Leonforte, un capolavoro del celebre maestro organaro Donato del Piano, realizzato nel 1740 sotto il governo del principe Ercole Branciforti Naselli.
Nel 1998, si impegnò affinché l'Associazione Centro Giovanile Monsignor Laneri ottenesse il riconoscimento giuridico e si dotasse di uno statuto. A lui si deve anche il cambio di nome del Comitato Pro Tac, rinominato Pro Salute, e la fondazione della cooperativa Amici della Vita.
La sua grandezza umana e sacerdotale si riflette in un episodio che voglio raccontare e che mi è stato riferito. Quando era Arciprete della Chiesa Madre di Leonforte, un giorno, nei pressi della vecchia Pescheria Comunale, incontrò una fedele che un tempo frequentava assiduamente la Parrocchia. Notando la sua assenza, le chiese: "Come mai non vieni più in chiesa?". La giovane gli confidò che, dopo la prematura scomparsa della madre, si era allontanata dalla fede. Padre Pernicone, con la sua sensibilità, le rispose: "Fai quello che senti di fare, sfogati, forse è giusto anche questo… ma sono sicuro che presto ti rivedrò in chiesa. Ti aspetto!" .
Dopo un breve periodo, la ragazza tornò. Appena la vide, lui le corse incontro esclamando con affetto: "Ero sicurissimo che saresti ritornata. Bentornata nella casa di Dio".
A conclusione di questa breve aggiunta di nuovi inediti, su Padre Pernicone, riporto un breve pensiero di un suo fraterno amico, il Sac. Natalino Bellone:
“Ho trascorso i miei primi cinque anni di Sacerdozio nella Parrocchia di San Giuseppe a Nissoria, in questo paesino che nel 1974 era una poesia, la parrocchia era La fontana del villaggio. Tutta la comunità era composta da gente semplice, religiosa e rispettosa verso il sacerdote, silenziosa e raccolta davanti a Gesù Sacramento, partecipe ed attenta alla s. messa. Lo zelo apostolico del parroco p. Benedetto Pernicone è stato di grande ammaestramento, anzi soffrivo quando lui camminava avanti ed io non c’è la facevo a seguire il suo passo”.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte  13.03.2025)



IL GIOCATORE PIU’ FORTE IN ASSOLUTO
DELLA STORIA DELLA LEONFORTESE
“ANTONELLO LANERI”
Perché Antonello rimane sempre la Leonfortese!

Basta il nome a far riaffiorare i ricordi di un atleta geniale che ha segnato la storia biancoverde: “Marcava anche i tifosi in tribuna, che lo guardavano attoniti. Lo stopper lo marcava, il libero lo raddoppiava. I terzini lo triplicavano, gli altri lo guardavano a vista. Ma lui diventava lo stesso l’uomo partita... Altre volte, invece, dopo aver marcato difensore e portiere giunto sulla linea di porta, non calciava, ritornava indietro di alcuni metri, riaspettava portiere e difensori e dopo averli ancora una volta annullati si decideva a mettere la palla in rete”. Antonello, così è chiamato calcisticamente a Leonforte, è stato sicuramente il giocatore più forte nella storia del calcio leonfortese. Per lui parla il suo curriculum. Ha realizzato più reti di ogni altro con la maglia dei Leoni, sia in prima squadra che nelle giovanili (oltre 300 reti). Ma è soprattutto l’unico leonfortese ad aver giocato nei tornei professionisti di Serie B e Serie C1.
Nasceva a Leonforte (EN) il 16.03.1963. Giocava, come abbiamo accennato, i suoi primi campionati nella sua città natale. Nei quattro anni passati in prima squadra in Prima Categoria, fu un’autentica macchina da gol con una media di 30 reti segnati ogni stagione. Nell’ultima, nel 1985, sfiorò addirittura le 40 marcature stagionali. Dunque, per il ventiduenne si apriva una vera e propria asta con diverse squadre che si inserivano per ingaggiare il calciatore. A spuntarla era il Licata di Zeman che aveva anche fatto svolgere nel mese di aprile 1985 un provino al calciatore che dunque nella stagione 1985/86 poteva così vestire la maglia gialloblù. Ma su Laneri incombeva un’importante problema. Infatti, nell’ultima giornata del campionato di Prima Categoria, contro la Barrese di Barrafranca, subiva una squalifica addirittura di un anno dopo un’espulsione. Il Licata non gettava la spugna, partiva il ricorso, e arrivava uno sconto che permetteva al calciatore di poter scendere in campo quasi alla fine del girone di andata. L’esordio in una gara ufficiale nel professionismo arrivava il 18 dicembre 1985 in Coppa Italia a Siracusa (gara vinta dagli aretusei 2-0), mentre pochi giorni più tardi, il suo primo scampolo di partita nel campionato di serie C1 andando a sostituire Romano al minuto 86 di Licata - Foggia 0-0. La prima rete con la maglia del Licata giungeva invece il 12 gennaio 1986, quando, subentrato ad un quarto d’ora dalla fine decideva con una sua rete Licata - Cavese (1-0). Concludeva la sua prima annata in gialloblu con 10 presene e 2 gol. Confermato nella stagione successiva, con Cerantola allenatore, Laneri prendeva più dimestichezza con il campo e nel biennio 86/87 e 87/88, l’attaccante contribuiva prima alla permanenza in Terza Serie (27 presenze e 5 reti), poi, alla storica promozione in Serie B e faceva il suo esordio assoluto nel campionato cadetto (S. S. 1988/89) andando addirittura in gol. Licata-Padova, al minuto 13 subentrava all’infortunato Sorce ed al 70’ e portava sul 2-0 i gialloblù contro i biancorossi, gara che poi finiva 3-1 (il suo palmares stagionale fu di 16 presenze e di una rete realizzata). Nel suo secondo campionato di Sere B tra le fila del Licata collezionava ben 23 presenze (di cui soltanto 10 da titolare) ma non timbrò mai il cartellino dei marcatori (S. S. 1989/90); disputava la sua ultima gara in B il 20 maggio 1990 durante il match Licata-Padova 0 - 1. Nel ritiro estivo di Nocera Umbra per la successiva stagione in C1, tra i convocati spuntava ancora il nome di Antonello Laneri, ma durante la sessione di mercato di novembre veniva ceduto al Trapani nel Campionato Interregionale (S. S. 1990/91). Lasciato così il professionismo (ultima gara Licata-Padova 0-1 il 20 maggio 1990) e conclusa l’esperienza licatese con 80 presenze e 13 reti all’attivo, iniziava per lui una seconda parte di carriera che disputò soltanto nei dilettanti. Infatti, dopo Trapani (S. S. 1990/91, 15 presenze e 2 reti), vestì le casacche di Urbania (S. S. 1991/92, 11 presenze e 3 reti), Gangi (S. S. 1993/94, 10 presenze e 6 reti), Gravina Katane (S. S. 1994/95 /1995/96, 33 presenze e 9 reti), il suo apporto consentì alla matricola catanese di battere in entrambi i confronti il più quotato Catania Calcio), Crotone (S. S. 1996/97, 5 presenze e 4 reti) e Pietrasanta (S. S. 1997/98, 9 presenze e 2 reti), tutte squadre del Campionato Interregionale. Si ritirava al termine della stagione 1997/98 a 35 anni. Durante il suo primo campionato di Serie B (S. S. 1988/89) disputava anche una partita di Coppa Italia allo Stadio San Siro in Milano contro il Milan di Van Basten che vinceva per 2 - 0 (gara che si giocò domenica 21 agosto 1988, match valido per il 1^ turno eliminatorio; il bomber licatese subentrava al 73’ del secondo tempo al compagno Ciccio La Rosa). Disputava, durante la S. S. 1988/89, anche una amichevole contro l’Inter di Giovanni Trapattoni, incontro giocato a Licata presso lo Stadio Dino Leotta, dove segnava anche un goal al 1’ minuto di gioco (match conclusosi con la vittoria dell’Inter per 4 - 2). Le sue prodezze rimarranno per sempre scolpite negli occhi di tutti i tifosi biancoverdi, coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo o in televisione con il Licata Calcio, perché in campo i suoi piedi strappavano applausi a non finire.
Chiusa la carriera da calciatore intraprende quella di Ds e di Dg. Ad oggi, tra campionati giocati da calciatore e dirigenze varie, Laneri annovera nel suo curriculum calcistico ben dieci promozioni.

(Giornale Epoca 88/ Leonforte 17.03.2025)