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Le poesie di
Maurizio Di Fazio
Maurizio Di Fazio
Le mie non sono poesie autobiografiche.
Sono poesie di getto, influenzate dai tempi e dalle letture dell’epoca.
Il Circolo Epoca 88
Siam nati per far epoca.
Correva l’anno 1988,
quando alcuni amici,
con a capo il Roberti, istituiscono
il:
“Circolo Epoca 88” .
Un virus inarrestabile…
Nascono gli Epochiani!
Oggi siamo una realtà,
un vero cenacolo di pensieri,
di creatività
e produttività.
Un circolo libero, virtuoso,
con tanta socialità
e umanità.
Teniam sempre presente,
nel cuore e nella mente,
il motto che c’accomuna:
“Liberi e forti, con i piedi
a terra, verso il futuro”.
Con passione e fantasia
abbiam prodotto:
stemma, inno, giornale, premio,
sito,
museo e motto.
La nostra strada, cari soci, non finisce, di certo, qui.
Insieme, continueremo a far
tanta storia.
Or gridiam: lunga vita al
Circolo Epoca 88,
che rimarrà, nei secoli,
nella memoria.
Leonforte (Maggio 2014) - Maurizio Di Fazio
Non molliamo mai
Leonfortese, una parola,
undici lettere,
emozione infinita.
Una passione dal 1967.
Un brivido nel cuore di tanti
tifosi,
un amore magico.
Una grande squadra,
partite che son storia,
gol indimenticabili,
che hanno fatto vibrar
l’anima.
Un urlo che risuona: “Forza
Leoni!”
Una fiamma che non si spegne
mai,
uno stile da seguire.
Amore e onore di Leonforte,
svago per tanti ragazzi,
innamorati e pazzi
del color bianco - verde.
Storia pura,
gloria fatta realtà
non è più un sogno,
né un’avventura.
Or nel ciel sventola la
bandiera
bianco - verde,
onore e gloria alla “Leonfortese”,
oggi domani per sempre:
“Forza Leonfortese”.
Leonforte (Giugno 2014) - Maurizio Di Fazio
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Le mie non sono poesie autobiografiche.
Sono poesie di getto, influenzate dai tempi e dalle letture
dell’epoca.
Spiaggia
La mia famiglia,
la mia spiaggia!
Sguardo sereno,
in un porto tranquillo, dopo la tempesta.
La mia famiglia!
Custode di un'onda di lacrime e di tenerezza,
protettrice della mia malattia che va e viene.
Lascio sulla spiaggia,
le conchiglie, l'amore, i ricordi.
le conchiglie, l'amore, i ricordi.
(Leonforte lì 5 dicembre 2016) - Maurizio Di Fazio
Sofferenza
Ho sofferto in silenzio,
son guarito,
la vita è di nuovo mia.
Che dolori ho patito,
grazie all’aiuto di un angelo e di un professor,
oggi son qui a godermi,
con gioia la vita.
con gioia la vita.
(Leonforte 08.10.2014) - Maurizio Di Fazio
Gli occhi
Aspetto un solo momento.
Qualcuno che mi rassicuri,
attraverso uno sguardo.
Un qualcuno che mi faccia
capire,
attraverso i suoi occhi:
“Io ci sono!”.
Un’occhiata che dura nel
tempo,
segnando il tempo di chi la
vive.
Se sai come usarli,
gli occhi possono tutto!
Maurizio Di Fazio
(Leonforte, 24 marzo 2017)
Portala
via
Quando ritorna,
la paura è enorme.
Non so più reagire.
Lotto a denti stretti,
nascondendo la sofferenza.
Mi manca l’aria.
Un muro troppo alto da oltrepassare,
per vederla andare via.
Mi metto ai suoi piedi
e aspetto che se ne vada.
Non vedo via d’uscita.
E mi chiedo: Quando ritornerà,
cosa farò?
Maurizio Di Fazio
(9 marzo 2017
)
)
Poesia "Portala via"
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16 Ottobre 2017.... CINQUANT’ANNI...
LEONFORTESE, ORGOGLIO ED ONORE DEL NOSTRO AMATO PAESE
Son trascorsi cinquant’anni
dalla tua nascita, eppur
sembra ieri.
Sei rimasta e sempre rimarrai
la nostra beneamata
giovane Leonfortese,
sempre forte, sempre viva.
In te vi sono scolpite e cesellate
le nostre memorie, la nostra storia,
i nostri colori bianco-verdi,
orgoglio del nostro amato paese.
Una maglia trasudata di tradizioni,
di vita, di storia, di passione
e di legittime ambizioni.
Cinquant’anni di colori,
di gioie e dolori.
Anni di sofferenze, di cadute,
ma anche di stagioni avvincenti.
Spesso ci siamo sentiti delusi,
traditi, ma un sol grido è risuonato
e risuona dentro di noi: Forza Leoni!
Non puoi abbandonarla,
è impossibile, essa è diventata
una parte di te, vive dentro di te.
Condiziona il tuo umore,
la tua vita giornaliera,
il tuo essere d’uomo,
è l’amante tua indelebile.
Si, questa è la Leonfortese,
l’indelebile amante, la tormentata
tua passione.
In qualsiasi categoria essa andrà,
il mio cuore ora e sempre più forte griderà:
“Forza Leonfortese,
orgoglio ed onore
del mio amato paese!”
Leonforte, 24 Gennaio 2017 Maurizio Di Fazio
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LA LEONFORTESE
Sei nata per far storia
e dar al nostro amato paese,
Leonforte, fama e gloria.
Correva l’anno 1967
quando, come per incanto,
sei apparsa da dove scorrono
le fresche e dolci acque della
mitica Granfonte,
lì, vicino il giardino delle Ninfe,
dove leggenda e storia si confonde.
Alcuni pionieri Leonfortese
vollero chiamarti, in onore
del nobile casato di Leonforte.
Di bianco-verde vestir ti vollero
ed il Comunale epico stadio
Nino Carosia,
a tuo onor, erigere fecero.
Ricordi indelebili,
immagini pieni di malinconia
e nostalgia,
che rimarranno, nel tempo,
scolpiti nell’anima di tanti tifosi bianco-verdi.
D’allora diversi anni son volati via,
anni vissuti con amore e poesia,
con passione,
gioie e delusioni,
ma che ne è valsa la pena viverli
e continuarli a vivere,
pur s’è avvolti da leggenda e storia.
Maurizio Di Fazio (13 aprile 2017)
La mia vita
Ripercorrerei
tutta la mia vita,
comprese le
tante buche.
Ho fatto
tantissimi errori,
uno in
particolare,
ma ho anche
raggiunto importanti traguardi.
Quando
arriverà il fatidico giorno,
spero che
qualcuno si ricordi di me!
Leonforte (20
ottobre 2018) - Maurizio Di Fazio
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La mia Leonforte
LA MIA LEONFORTE (POESIA)
“Il Principato di Leonforte”
I Branciforti…
Sempre nel mio cuore resterà quel borgo,
che su una collina in mezzo ad un’isola io scorgo,
Patria di antiche e grandi civiltà,
lì dove un principe la pose con grande generosità.
Da Obizzo il coraggioso che il vessillo di Carlo Magno strinse
e per questo il suo nome Branciforti prese.
Quando nell’isola di Polifemo fece un nuovo paese,
il suo araldico leone con il nome Leonforte riprese.
Subito di un signorile palazzo lo adornò,
e quando si sposò alla sua amata una chiesa dedicò.
Dall’alto di un colle volle vedere una Granfonte
e per i suoi cavalli una stalla degna di un principe.
Una fonte fece anche là dove la mitica Tavi nasceva
ma alla Granfonte in ventiquattro cannoli l’acqua scorreva.
L’amata chiesa alla Madonna del Carmelo dedicò
e di magnifiche statue per la sua gloria la adornò.
Con bellissimi fiori da giardino il suo gran palazzo profumò
ed alberi d'arancia, melograno e fontane le donò.
Senza risparmio d’acqua che a Leonforte sempre abbonda
e senza interruzione da ogni fontana trabocca.
Così stretti al suo principe i popolani si sentirono
che le loro casette tutta la collina abbracciarono.
(Solo qualche stretta viuzza restò fra ogni casetta
che i bambini scalavano con una piccola scaletta.)
Ben presto di meravigliose chiese e piazze tutto il paese si abbellì
finché quella più povera, quella dei Padri Cappuccini, li seppellì.
Nonostante tante avversità il borgo sempre più grande diventò
e per la più insopportabile di tutti, la fame, a San Giuseppe il popolo si affidò.
A questo Santo protettore dei più poveri,
con grande generosità ogni marzo i devoti imbandiscon di bontà tavolate in quantità. Dolci e pane in abbondanza per i santi di Giuseppe,
un panino soltanto a quanti sanno recitare una preghierina al buon santino.
Al cuore della Madonna del Carmelo il popolo ancora oggi s’abbandona,
ad una sua statuina che dall’alto su un monte tutto il paese abbraccia.
A suoi figli caduti in guerra il paese grato una lapide dedicò,
che nella piazza IV Novembre a ricordo della brutta guerra si posò.
Degli industriosi mulini e filatoi traccia non ve n’è\ più,
solo campi da coltivare son rimasti
che profumano di pesche settembrine di gran bontà
che ogni ottobre una e famosa sagra se ne fa.
Ma per molti ancora, solo un ricordo nel loro cuore rimarrà,
quando il loro nativo paesino forzatamente lascerà.
Perché oggi, come allora, di lavoro ve n’è tanta necessità
ma del coraggio dell’antico Leone tutt’ora in cuor loro ce ne sta.
(Leonforte, Agosto 2016)